Una storia proibita fin dal suo concepimento, un racconto che si sviluppa nell’Argentina dei sogni, del tango e della repressione sociale, due uomini che si incontrano in condizioni d’isolamento… brevi assaggi contenuti nel libro: “Il bacio della donna ragno” del 1976, una storia che non si legge ma che piuttosto si percepisce e si vive grazie allo stile peculiare che utilizza Manuel Puig. Dal libro è stato tratto anche un film con lo stesso titolo distribuito nel 1985.
L’autore ci presenta due personaggi che condividono una cella: Valentin, un giovane attivista rivoluzionario che è stato arrestato durante una manifestazione di guerriglieri e Molina, di undici anni più vecchio, decoratore di vetrate, omosessuale e accusato di corruzione di minori. Sin dall’inizio si profilano nitidamente le caratteristiche di entrambi i personaggi: per Valentin la cosa più importante è la rivoluzione, per Molina i sentimenti sono il motore che muove la sua vita.
I due iniziano a relazionarsi a partire dalla realtà che li mantiene isolati. Molina tenta di fare addormentare Valentin raccontandogli delle storie tratte da vecchi film dopo che costui ha subito molte ore di tortura.
Durante le loro conversazioni si vanno delineando i profili di entrambi i personaggi, emergono le divergenze, le diverse forme di sentire e giudicare. All’inizio Valentin assume il ruolo del classico rivoluzionario duro, ma… lentamente, la rete di Molina si va stringendo intorno a lui fino a che i temi di conversazione si trasformano in assunti più privati e i due… condividono esperienze intime.
Dal momento che nell’opera non esiste la modulazione del narratore, ma solo il dialogo dei protagonisti, risulta abbastanza facile al principio distinguere le parole dell’uno da quelle dell’altro e le diverse opinioni, ma con il passare del tempo si produce una trasformazione tale che, quando entrambi i personaggi si mettono a nudo, risulta particolarmente difficile differenziare tra i due. È un problema dell’autore? Assolutamente no. Si tratta di una risorsa letteraria molto sottile quella usata dall’autore, che descrive la trasformazione che ogni personaggio va sperimentando in modo tale che il lettore si immedesimi in questi.
Nelle note a piè di pagina si nasconde un personaggio peculiare, una voce che si alza ad esprimere il sentimento della società e della comunità scientifica dell’epoca rispetto all’omosessualità.
È una storia che fa riflettere sugli stereotipi sessuali e le norme sociali. È un argomento che suscita molteplici riflessioni: come può una persona sperimentare un cambiamento così profondo? Si è verificato realmente un cambiamento di personalità, o sono semplicemente venute alla luce sfaccettature diverse di ognuno dei personaggi che neppure loro conoscevano? Potremmo cambiare tutti nello stesso modo? Fino a che punto conosciamo noi stessi?
Questa storia ci riserva delle sorprese: perché i due uomini stanno insieme nella stessa cella? Anche Molina è cambiato, alla fine viene trascinato nel campo delle idee rivoluzionarie, cosa succederà quando Molina uscirà dal carcere? Valentin mostrerà la sua nuova personalità a sui compagni di lotta?
Non c’è alcun dubbio, “Il bacio della donna ragno” è una storia di seduzione dal principio alla fine, nella cui ragnatela cadranno anche i lettori. Una trama psicologica che dura fino all’ultima pagina.
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