In articoli precedenti ho fatto riferimento alcune volte al “priming”, probabilmente è un concetto che non è ben chiaro tra tutti quelli meno comprensibili della Psicologia. Così, ho realizzato una lista di alcuni esperimenti psicologici curiosi che utilizzano il priming come idea centrale.
Ma prima di addentrarci nella materia…cos’è il priming? Con il termine priming si intende l’attivazione di determinate rappresentazioni mentali prima di compiere un’attività. Neuropsicologicamente parlando è l’attivazione di gruppi di neuroni (cluster) che sono circondati da altre connessioni meno forti. Quando un cluster viene attivato, invia immediatamente un segnale che si propaga e fa sì che i contenuti relativi appaiano nella coscienza con una certa priorità al di sopra di qualsiasi altra informazione. In questo modo, se si attiva il cluster che rappresenta il concetto di “pesci” è molto probabile che nella nostra mente appaiano immagini relazionate con i diversi tipi di pesci e il mare piuttosto che altre immagini.
Come potrete immaginare, il priming può alterare i nostri giudizi e le decisioni, un buon esempio di questo sono gli esperimenti che si citano di seguito:
– Una tazza di caffè. Nell’Università di Yale si è realizzato uno studio nel quale si mise in relazione la percezione dell’estraneo con una tazza di caffè. I volontari vennero semplicemente introdotti in una stanza dove c’era una persona completamente sconosciuta che sosteneva con una mano un libro, un quotidiano e una tazza di caffè freddo o caldo. L’assistente all’esperimento chiese ai volontari che sostenessero la tazza di caffè.
In seguito i volontari lessero il profilo di una persona e dovettero valutare le sue caratteristiche. Sorprendentemente, anche se il profilo era identico per tutti i volontari, quelli che sostennero la tazza di caffè calda assicuravano che la persona fosse più calda, positiva e aperta mentre quelli che sostennero la tazza di caffè freddo affermavano che la persona del profilo era gelida, egoista e competitiva. Interessante no!?
– Il profumo di pulito. All’Università di Ultrech, in Germania, venne chiesto a un gruppo di cinquanta volontari che si accomodassero in una stanza per compilare un questionario. Di nascosto ai loro sguardi si celava un secchio d’acqua con alcune gocce di detergente che emanavano un aroma percettibile ma molto sottile.
Una volta che le persone avevano terminato il loro compito, venne loro offerta uno spuntino. Curiosamente coloro che era stati nella stanza con il profumo di detergente si dilungavano tre volte di più nel consumare lo spuntino, girando e rigirando il vassoio, rispetto a coloro che avevano realizzato il questionario in una stanza senza nessun odore. L’attivazione incosciente del concetto di pulizia ci renderebbe più refrattari a mangiare, soprattutto quegli alimenti che sono particolarmente salutari per l’organismo.
– La luce. Nella British Columbia University l’esperimento venne realizzato partendo dalla manipolazione delle luci. I volontari erano persone dalla pelle di colore bianco ma molto flessibili e tolleranti, senza “apparentemente” la minor traccia di razzismo. Le persone dovevano restare per un tempo in una stanza, alcune immerse nell’orscurità altre con la luce accesa.
In seguito vennero loro mostrate foto di persone di pelle nera. Quelli che erano stati nella stanza oscura consideravano i volti che vedevano molto più pericolosi e manifestarono certe tendenze razziste rispetto a quelli che restarono nella stanza con la luce accesa. Il semplice fatto di variare la luce attivò i loro stereotipi più occulti.
Quando analizziamo queste ricerche, che sono solo un piccolissimo esempio che lascia intravedere la relazione esistente tra la coscienza e il subcosciente, tra la manipolazione e il manipolato, davvero la pubblicità subliminale sembra cosa da bambini. Probabilmente d’ora in poi tutti staremo più attenti al nostro ambiente e ai possibili “priming” che ci circondano.
Fonti:
Williams, L. E. & Bargh, J. A. (2008) Experiencing Physical Warmth Promotes Interpersonal Warmth. Science; 322(5901): 606 – 607.
Holland, R. B.; Hendriks, M. & Aarts, H. (2005) Smells Like Clean Spirit. Nonconscious Effects of Scent on Cognition and Behavior. Psychological Science; 16(9): 689-693.
Schaller, M.; Park, J. H. & Mueller, A. (2003) Fear of the Dark: Interactive Effects of Beliefs about Danger and Ambient Darkness on Ethnic Stereotypes. Personality and Social Psychology Bulletin; 29(5): 637-649.
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