In un articolo precedente facevo riferimento alla ipofrontalità e alla sua incidenza nella creatività. In pratica, si è scoperto che le persone più creative “silenziano” la corteccia
prefrontale e attivano altre zone cerebrali, quando sono nella fase della generazione di idee; soprattutto silenziando le aree relazionate alle abilità visive e spaziali.
Questo avrebbe molto senso, dato che in questo modo potenziamo il lavoro delle aree più creative e riduciamo l’azione delle zone che normalmente agiscono da regolatrici delle idee.
Tuttavia, sappiamo già che queste idee si possono mettere in pratica e rappresentano un innovazione in alcuni campi. Cioè, nel flusso generale delle idee, dobbiamo scegliere l’opzione migliore e realizzare un piano per metterla in pratica.
Questo processo di valutazione delle idee è anche un passo critico nella creatività dato che, se scegliamo le idee inadeguate, il progetto non andrà a buon fine. A questo punto entrano in gioco i filtri della corteccia prefrontale.
Uno studio interessante sviluppato dall’Università della British Columbia, in Canada, si
è occupato di valutare tutto questo processo. A questo proposito sono stati reclutati alcuni studenti di una scuola d’arte ed è stato loro chiesto di creare alcune illustrazioni speciali per le copertine di alcuni libri. Mentre lavoravano i loro cervelli venivano scannerizzati.
Come prima cosa venne loro chiesto di pensare a diverse idee e quindi valutarle una per una. Ovviamente, i ricercatori rilevarono che durante la seconda fase del processo la corteccia prefrontale si attivava in maniera particolarmente intensa.
Ma questo non è stato l’unico studio che ha osservato il cervello delle persone creative. Nel 2010 si è realizzata un’altra ricerca della North Dakota State University, la quale ha dato dei risultati ancor più sorprendenti.
Furono coinvolti due gruppi di persone, uno riuniva le più creative e l’altro i meno creativi in assoluto. Tutti dovevano completare il test di Stroop, che valuta il controllo cognitivo e indica come una persona sia capace di filtrare le informazioni irrilevanti per
concentrarsi in quelle che valgono realmente la pena. I risultati non lasciarono dubbi: le persone più creative avevano una maggior flessibilità cognitiva.
I ricercatori pensano che questa sia un’altra delle chiavi della creatività. In pratica, i creativi non sono solo capaci di “collegare e scollegare” la corteccia cerebrale relativamente alle circostanze, il che permette loro di generare molte idee originali ma, nello stesso tempo, sono anche in grado di scegliere quelle più adeguate e fattibili.
Fonti:
Christoff, K. et. Al. (2012) Evaluative and generative modes of thought during the creative process.NeuroImage; 59: 1783–1794.
Zabelina, D. L. & Robinson, M. D. (2010) Creativity as flexible cognitive control. Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts; 4(3): 136-143.
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