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I 3 ostacoli psicologici che i grandi leader sanno gestire

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ostacoli psicologici dei grandi leader

“La storia del mondo è piena di uomini che sono arrivati ​​alla leadership grazie alla fiducia in se stessi, al coraggio e alla tenacia”, disse il Mahatma Gandhi, uno dei leader più ispiratori di tutti i tempi.

Tuttavia, trovare grandi leader non è facile. Ogni agenzia di ricerca e selezione del personale lo sa bene. Esistono programmi accademici che insegnano i tipi di leadership e le tecniche più efficaci per condurre da un piccolo gruppo di lavoro a una grande azienda. Ma i veri leader, coloro che stimolano le persone per ottenere risultati straordinari, hanno qualcos’altro: una profonda comprensione della psiche umana.

Per questo motivo, le agenzie specializzate nella ricerca e selezione di quadri e dirigenti cercano non solo manager con un solido background accademico, ma anche persone con capacità di leadership che possano portare a termine con successo grandi progetti. Un buon leader non solo sa incanalare il comportamento di coloro che lo seguono, ma comprende anche le forze psicologiche che li portano ad affrontare meglio gli ostacoli che di solito rappresentano.

Le principali difficoltà del leader lungo il cammino

Demotivazione

La motivazione è alla base dei nostri comportamenti. In senso generale, siamo programmati per evitare ciò che ci provoca dolore ed è spiacevole e cercare quelle cose che ci danno gioia e ci fanno stare bene.

Tuttavia, a volte il meglio di noi viene fuori quando decidiamo di fare sacrifici per il bene superiore. Quando decidiamo di saltare le ricompense immediate e di spingerci al limite per realizzare un sogno.

Un buon leader deve conoscere questo complesso meccanismo motivazionale. Deve essere consapevole di ciò che motiva le persone per sapere fino a che punto sono in grado di spingersi per raggiungere un obiettivo comune.

Infatti, alcuni esperimenti molto interessanti con i lavoratori in India e negli Stati Uniti hanno rivelato un fenomeno apparentemente contraddittorio: una maggiore remunerazione tende ad avere un effetto negativo sulle prestazioni. La spiegazione è semplice: lavorare esclusivamente per soldi cause che le persone perdano la motivazione e smettano di godersi il lavoro. Si sentono come ingranaggi di una macchina e si alienano, tanto che il lavoro perde il suo significato.

Invece, un buon leader aiuta le persone a sentirsi coinvolte in ciò che fanno. Li motiva e li aiuta a trovare un significato. In questo modo potranno affrontare con determinazione e passione gli ostacoli che si presenteranno lungo il percorso.

Resistenza al cambiamento

Il mondo cambia continuamente. Questo crea una sensazione di insicurezza e incertezza che è difficile da affrontare. Un buon leader, tuttavia, comprende questi stati emotivi e li gestisce nel modo più appropriato affinché non diventino un’arma a doppio taglio.

I leader sanno che l’unica certezza che esiste è il cambiamento, quindi sono preparati ad affrontare la resistenza al cambiamento che spesso si pone in risposta a situazioni di estrema incertezza.

Quando il futuro è incerto, abbiamo la tendenza a tornare indietro e ad aggrapparci a ciò che conosciamo. Il familiare diventa una fonte di sicurezza che ci dà un po’ di fiducia mentre il cambiamento è percepito come una minaccia.

In questi casi, il rischio principale è la paralisi. Quando le persone devono prendere decisioni in situazioni troppo ambigue, di solito preferiscono non fare nulla. In quei casi, la paura del cambiamento è così grande che impedisce loro di andare avanti.

Quando ciò accade, i leader sono in grado di diventare un’ancora. Parafrasando Publilio Siro, sono in grado di tenere il timone quando il mare è mosso, non solo quando è calmo. Trasmettono la sicurezza e la fiducia necessarie per continuare a navigare nelle turbolente acque del cambiamento. Aiutano le persone a concentrarsi su ciò che possono guadagnare, invece di guardare solo a ciò che stanno perdendo a causa del cambiamento. Così l’organizzazione o la società può andare avanti.

Pessimismo

Ogni progetto di solito raggiunge un punto in cui si blocca o appaiono ostacoli che sembrano insormontabili. Dopo un grande sforzo in cui sono stati investiti tempo, energie e risorse senza vedere i risultati, molte persone gettano la spugna. Il pessimismo si fa strada, lasciando dietro di sé un velo di disfattismo.

I buoni leader sono in grado di entrare in empatia con quelle emozioni. Invece di ignorarle o minimizzarle, le convalidano e incoraggiano le persone ad andare avanti. Sono consapevoli di quel pregiudizio pessimistico che vive in tutti noi e che ci porta a sopravvalutare le possibilità che si verifichino eventi negativi sottovalutando le possibilità che si producano eventi positivi.

Capiscono che il pessimismo ci porta a concentrarci sui dettagli ed evidenziare tutto ciò che è andato storto. In queste circostanze oscure, i leader alimentano la speranza. Sono in grado di mantenere una visione globale e trasmettere la loro idea di futuro per contagiare gli altri con il loro ottimismo, un ottimismo che non è mai ingenuo ma realistico.

In breve, i buoni leader sono in grado di vedere cosa trascurano gli altri. Si connettono con le emozioni delle persone, ma mantengono anche quella prospettiva globale che consente loro di aiutarli a prendere decisioni più intelligenti per raggiungere grandi obiettivi comuni. Come diceva Napoleone, “un leader è portatore di speranza”.

Fonte:

Ariely, D. et. Al. (2005) Grandi puntate e grandi errori. Revisione di studi economici; 76: 5-11.

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Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

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