Nella vita quotidiana esistono centinaia di situazioni dalle quali possiamo trarre esperienza e uscirne rafforzati. A volte sono le situazioni più inimmaginabili quelle che ci danno le migliori lezioni di vita. Per questo adesso vi propongo di tentare di risolvere il famoso Enigma di Einstein, chiamato anche il problema delle cinque case o del pesciolino rosso.
Si dice che solo il 2% delle persone sia in grado di terminarlo in 3 minuti, il resto necessita di molto più tempo ma l’importante è trovare la soluzione da soli.
Ci sono cinque case con cinque colori differenti e in ognuna di queste vive una persona di diversa nazionalità.
Ognuno dei proprietari beve una bevanda diversa, fuma una diversa marca di sigarette e ha un animale domestico diverso.
Abbiamo le seguenti chiavi:
1. L’inglese vive nella casa rossa
2. Lo svedese ha un cane
3. Il danese beve tè
4. La casa verde è alla sinistra della bianca
5. Il proprietario della casa verde beve caffè
6. La persona che fuma Pall Mall ha un uccellino
7. Il proprietario della casa gialla fuma Dunhill
8. Chi vive nella casa centrale beve latte
9. Il norvegese vive nella prima casa
10. La persona che fuma Brends vive vicino a chi ha un
gatto
11. La persona che ha un cavallo vive vicino a chi fuma
Dunhill
12. Chi fuma Bluemasters beve birra
13. Il tedesco fuma Prince
14. Il norvegese vive vicino alla casa azzurra
15. Chi fuma Brends ha un vicino che beve acqua
La domanda è: Chi è il proprietario del pesce rosso?
A questo punto, armatevi di carta e matita. Fatto? Bene, andiamo a cercare di risolvere il problema.
Prima fase: Il primo impatto è di sicuro confusione e scoraggiamento, si hanno tanti dati a disposizione che non si sà nemmeno da dove iniziare. Vi sorgono dubbi e vi chiedete: sarà un enigma che prevede agilità mentale? Nasconde dei trucchi?
Esattamente questo è quanto succede nella vita reale, quando affrontiamo un problema per la prima volta questo richiede un po’ di tempo prima che riusciamo a concentrarci sul significato della domanda. Ci mostriamo scoraggiati e confusi e questa situazione ci risulta fastidiosa. Sorgono dubbi e ci chiediamo se realmente saremo capaci di risolvere il problema.
Seconda fase: decidere di affrontare il problema. A questo punto decidiamo di accettare la sfida e cercare una soluzione. È un momento denso di adrenalina, confidiamo nelle nostre capacità e addirirttura desideriamo dimostrare che siamo tra quel 2% di persone intelligenti che lo risolvono in minor tempo.
Nella vita passiamo sempre per questa fase, ci proponiamo di risolvere il problema il più velocemente possibile e confidiamo nelle nostre potenzialità.
Terza fase: riorganizzare i dati. Una volta deciso di risolvere il problema ci rendiamo conto che
necessitiamo di fare un “inventario” dei dati che possediamo e di roganizzarli in modo tale che ci possano condurre alla soluzione. Per esempio, nell’enigma i dati 8 e 9 sono i primi con i quali dovremmo lavorare.
Quando affrontiamo un problema reale dovremmo fare lo stesso, esisteranno dati più importanti che ci possono avvicinare alla soluzione e altri che si possono scartare o mettere da parte. Se affrontiamo il problema nel suo insieme, sarà più difficile comprederlo e risolverlo.
Quarta fase: strategia della risoluzione. A questo punto disponiamo già di una rappresentazione mentale dei dati e della loro importanza in ordine gerarchico, quindi ci chiediamo quale sarà al
strategia più adeguata. Disegnamo le case sul foglio? Quali dati prendiamo come punto di riferimento?
Ovviamente, questa fase è essenziale perchè se non strutturiamo una strategia di soluzione adeguata al problema, avremo bisogno di tornare più volte al principio. E questo può risultare scoraggiante e farci abbandonare.
Quinta fase: i dubbi. Dopo avere organizzato approssimativamente sei elementi della lista vi rendete conto che la strategia utilizzata fino a qui deve essere cambiata o almeno che deve includere più varianti. Allora sorgono i dubbi, tornate a chiedervi se non si tratterà di un problema di agilità mentale e tornate a riconsiderare tutta l’informazione.
Questa è una delle fasi più critiche nella risoluzione dei problemi, tanto nella matematica che nella vita reale. Quando la strategia che abbiamo iniziato ha già dato tutti i suoi frutti ma ci troviamo ancora a metà del cammino, ci chiediamo se realmente possiamo continuare e se ne vale la pena. Osserviamo ciò che abbiamo ottenuto e ciò che manca per terminare. Se non siamo sufficientemente motivati qui finisce tutto, perchè è come se tutto ciò che abbiamo fatto cadesse a pezzi. Per qualcuno l’avventura termina qui perchè spesso non si rende conto che è a pochissimi passi dalla soluzione.
Sesta fase: riorganizzazione e soluzione. A questo punto analizziamo tutte le alternative possibili e intravediamo l’agognata soluzione.
Ad ogni modo, questo non vuole dire che non sarà necessario lavorare un poco di più per vedere il risultato, tuttavia vi sono delle cose da fare e siamo sfiniti. Allora è necessario recuperare le forze e continuare.
Settima fase: la retroalimentazione. Anche se poche persone passano attraverso questa fase nella risoluzione dei problemi, è certo che è una delle più importanti. Soffermarsi a verificare se
la soluzione è corretta, vedere quale è stato il cammino e dove ci siamo sbagliati.
Per non tornare a commettere gli stessi errori è necessario che sappiamo dove abbiamo sbagliato. Ci siamo fermati nella fase di confusione o forse quando avevamo dubbi? Siamo stati perseveranti e meticolosi? Abbiamo lasciato che la frustrazione si appropriasse della nostra logica? Insomma, forse vi sorprenderete di cosa potreste scoprire di voi stessi semplicemente risolvendo un banale problema logico.
Per i curiosi, la soluzione è: “Il pesce rosso lo aveva il tedesco, che viveva nella casa verde, beveva caffè e fumava Prince”.
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