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7 abitudini che mettono a rischio il tuo equilibrio emotivo

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Equilibrio emotivo
 
 
La vita si incarica da sola di presentarci situazioni che causano dolore e tristezza, come la perdita di una persona cara o problemi economici. Non possiamo evitare queste situazioni, ed è normale che il nostro equilibrio emotivo risulti affettato, almeno fino a quando non ne ricomponiamo i pezzi. Ma le piccole decisioni che prendiamo ogni giorno hanno un Effetto Farfalla e influenzano anche il nostro umore, molto più di quanto pensiamo. Le nostre abitudini quotidiane possono renderci felici o demoralizzarci e farci sentire frustrati, irritabili e vuoti. La buona notizia è che essere consapevoli di queste abitudini è il primo passo per sbarazzarsene.
 
1. Camminare con le spalle curve e trascinando i piedi
 
Il nostro cervello viene costantemente alimentato dalle sensazioni che riceve attraverso il corpo. Questo significa che le posture e i gesti che facciamo servono come indicatori di come ci sentiamo e possono migliorare o peggiorare lo stato d’animo. Uno studio realizzato dall’Università di Witten Herdecke, ha rivelato che quando le persone camminano con la schiena e le spalle curve, trascinando i piedi e facendo dei piccoli movimenti con le braccia, il loro umore peggiora. Il problema è che questa andatura viene associata alla depressione e alla disperazione, così che attiva ricordi negativi e preoccupazioni. La buona notizia è che in quello stesso esperimento è stato osservato che quando camminiamo in posizione verticale muovendo energicamente le braccia, il nostro umore migliora quasi istantaneamente.
 
2. Fotografare tutto ciò che incontriamo sul nostro cammino
 
Con l’avvento delle macchine fotografiche digitali abbiamo smesso di vedere il mondo attraverso i nostri occhi e lo facciamo attraverso l’obiettivo. Ma questa tendenza a fotografare tutto può presentare un conto salato al tuo umore. È stato confermato da uno studio curioso realizzato presso la Fairfield University, nel quale è stato chiesto ai partecipanti di visitare un museo. Alcuni potevano solo guardare, mentre altri sono stati autorizzati a scattare tutte le foto che volevano. Alla fine della visita, le persone che hanno scattato molte foto avevano molta difficoltà a ricordare gli oggetti che avevano fotografato. Nella vita reale, questo significa che potremmo perderci quei piccoli dettagli che rendono ogni momento unico e speciale. L’obiettivo della fotocamera è come un velo che oscura le nostre esperienze. Pertanto, cerca di concentrarti sul mondo e in ciò che provi, sarai molto più felice.
 
3. Procrastinare continuamente
 
Non c’è niente di più stressante che il peso delle attività incomplete. Ricordare continuamente questi compiti aperti è semplicemente faticoso e stanca. Uno studio condotto presso la Case Western Reserve University, ha dimosrato che, anche se in un primo momento la procrastinazione ci libera dallo stress e dall’ansia generati dalle attività che vogliamo evitare, alla fine, aumenta significativamente il livello di tensione, diminuisce la nostra efficacia e indebolisce anche il nostro sistema immunitario, rendendoci più inclini alla malattia. Un altro studio condotto presso la Carleton University, ha rivelato che il senso di colpa e la vergogna genarati dalla procrastinazione ci impediscono di godere di altre attività. La soluzione è semplice: non rinviare a domani quello che puoi fare oggi.
 
4. Non stare troppo tempo da solo
 
Trascorrere del tempo con gli amici e la famiglia è importante, il contatto sociale è essenziale per prevenire la depressione ed essere più felici. Tuttavia, anche non trovare il tempo per stare da soli può farci pagare un tributo emotivo molto alto. Uno studio curioso condotto presso la McDonough School of Business, ha rivelato che le persone sopravvalutano spesso quanto si sentono bene in compagnia di altri, per scoprire poi che in realtà possono godere molto di più nel fare alcune cose da soli. Molte volte ci limitiamo e non facciamo le cose che ci renderebbero felici solo perché non abbiamo qualcuno con cui condividerle e abbiamo paura di cosa potrebbero pensare di noi gli altri, che potrebbero etichettarci come “strani” o “solitari”. Ma passare del tempo con te stesso è immensamente liberatorio e fa molto bene al tuo equilibrio emotivo.
 
5. Dipendere continuamente dal telefonino
 
Quando è stata l’ultima volta che hai passato un giorno intero senza il tuo telefonino? Se non lo ricordi è un brutto segno. Dipendere continuamente dal telefonino genera forte tensione e stress, anche se non ne siamo sempre consapevoli. Infatti, le chiamate in arrivo e i messaggi generano una sovrastimolazione che finisce per influenzare l’attenzione e la memoria. Quando senti che il tuo telefono vibra o squilla, ma in realtà non lo fa, significa che hai costantemente questa preoccupazione nella tua mente, è un allarme acceso continuamente nel tuo cervello. E questo non ti aiuta a rilassarti. E secondo un recente studio condotto presso la Northwestern University Feinberg, più tempo passiamo utilizzando il cellulare, maggori sono le probabilità di soffrire di depressione. Infatti, le persone affette da depressione triplicavano il tempo durante il quale utilizzavano il cellulare, circa 68 minuti al giorno. La soluzione è semplice: pianifica un giorno di risposo elettronico una volta alla settimana, o almeno mezza giornata.
 
6. Praticare il multitasking
 
Tutti abbiamo praticato il multitasking. Ma quando fare molte cose insieme diventa un’abitudine può causarci gravi problemi. Contrariamente alla credenza popolare, il multitasking non consente di risparmiare tempo. Uno studio condotto presso l’Università dello Utah ha rivelato che gli autisti impiegano più tempo a raggiungere le loro destinazioni quando usano i loro telefoni cellulari durante la guida. Infatti, si stima che il multitasking riduca la produttività del 40%. Ma il problema più serio è costituito dai danni emotivi che causa. Una ricerca condotta presso l’Università della California ha misurato la frequenza cardiaca dei lavoratori mentre svolgevano tranquillamente il loro lavoro e quando venivano interrotti da e-mail e telefonate che li costringevano a essere costantemente all’erta. È stato così osservato che il multitasking aumentava lo stress e la frequenza cardiaca, con gravi conseguenze per la salute a lungo termine. Pertanto, è sempre meglio fare una cosa alla volta, e concentrarsi su tale attività per passare alla successiva una volta terminata.
 
7. Prendere la vita troppo sul serio
 
Ci sono persone che si arrabbiano per tutto, che sono sempre pronte ad attaccare e hanno la lamentela sempre pronta. È normale che in alcune circostanze ci si arrabbi, ma se diventa il nostro stile di comportamento abbiamo un grosso problema. Prendere la vita troppo sul serio e arrabbiarsi per tutto è come cercare di tenere un grande pallone sott’acqua. Dovremo fare un grande sforzo perché cercherà di emergere continuamente. Allora non sorprende che uno studio condotto presso l’Università del Michigan, che ha interessato 696 volontari con più di 17 anni, abbia scoperto che tanto chi reagisce mostrando rabbia come quelli che la provano ma la reprimono, corrono un rischio tre vlte maggiore di morire prematuramente. Fortunatamente, la soluzione è semplice: ridere di più e imparare ad affrontare i problemi con umorismo.
 
 
Fonti:
Michalak, J. et. Al. (2015) How we walk affects what we remember: Gait modifications through biofeedback change negative affective memory bias. Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry; 46: 121-125.
Ratner, R. K. & Hamilton, R. W. (2015) Inhibited from Bowling Alone. Journal of Consumer Research; 266-283.
Saeb, S. et. Al. (2015) Mobile phone sense correlates of depressive symptom severity in daily-life behavior: An exploratory study. Journal of Medical Internet Research; 17(7).
Henkel, L. A. (2014) Point-and-Shoot Memories. The Influence of Taking Photos on Memory for a Museum Tour. Psychological Science; 25(2): 396-402.
Harbur, E. et. Al. (2013) Expressive/suppressive anger-coping responses, gender, and types of mortality: a 17-year follow-up (Tecumseh, Michigan, 1971-1988). Psychosom Medicine; 65(4):588-597.
Mark, G. J. et. Al. (2012) A Pace Not Dictated by Electrons: An Empirical Study of Work Without Email. Proceedings of the SIGCHI Conference on Human Factors in Computing Systems; 555-564.
Pychyl, T. A. et. Al. (2000) Five days of emotion: An experience sampling study of undergraduate student procrastination. Journal of Social Behavior & Personality; 15(5): 239-254.
Tice, D. M. & Baumeister, R. F. (1997) Longitudinal Study of Procrastination, Performance, Stress, and Health: The Costs and Benefits of Dawdling. Psychological Science; 8(6): 454-458.
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Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

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