Che il potere nasconda certi pericoli lo sanno in
tanti, che agisca come una droga e che addirittura arrivi a cambiare in buona
misura le persone è una realtà. Tuttavia, in questa occasione parliamo di un
nuovo effetto del potere che spiega perché le persone che lo esercitano possano
convivere bene con le decisioni apparentemente disumane che devono prendere.
tanti, che agisca come una droga e che addirittura arrivi a cambiare in buona
misura le persone è una realtà. Tuttavia, in questa occasione parliamo di un
nuovo effetto del potere che spiega perché le persone che lo esercitano possano
convivere bene con le decisioni apparentemente disumane che devono prendere.
Lo studio in causa è stato realizzato da ricercatori
del Tiburg Institute for Behavioral
Economics Research, dell’Università di Tilburg, e suggerisce che le persone
che hanno potere tendono ad essere meno umani con le altre persone con l’obiettivo
di poter affrontare meglio alcune misure che si vedono obbligati ad
implementare.
del Tiburg Institute for Behavioral
Economics Research, dell’Università di Tilburg, e suggerisce che le persone
che hanno potere tendono ad essere meno umani con le altre persone con l’obiettivo
di poter affrontare meglio alcune misure che si vedono obbligati ad
implementare.
La ricerca fu realizzata coinvolgendo 102 studenti che
dovettero completare inizialmente un test nel quale si valutava il loro senso
del potere. In seguito, dovevano leggere un testo di finzione letteraria
relativo ad una popolazione dell’America Meridionale denominata Aurelia e i
suoi abitanti. Immediatamente si evidenziò una correlazione; i partecipanti che
avevano ottenuto un punteggio elevato nel test relativo al potere, tendevano a
descrivere gli abitanti di questo paese immaginario come persone poco civili e
molto infantili.
dovettero completare inizialmente un test nel quale si valutava il loro senso
del potere. In seguito, dovevano leggere un testo di finzione letteraria
relativo ad una popolazione dell’America Meridionale denominata Aurelia e i
suoi abitanti. Immediatamente si evidenziò una correlazione; i partecipanti che
avevano ottenuto un punteggio elevato nel test relativo al potere, tendevano a
descrivere gli abitanti di questo paese immaginario come persone poco civili e
molto infantili.
In seguito i ricercatori realizzarono un priming con
alcuni degli studenti, inducendoli a sentirsi più potenti e chiedendo loro che
ricordassero e trascrivessero alcuni fatti nei quali avessero esercitato il
loro potere su altre persone.
alcuni degli studenti, inducendoli a sentirsi più potenti e chiedendo loro che
ricordassero e trascrivessero alcuni fatti nei quali avessero esercitato il
loro potere su altre persone.
Come si può immaginare, quelli che furono sottoposti
al priming del controllo affermarono che sarebbero stati capaci di trasferire
gli abitanti del paese di Aurelia che vivevano nei quartieri più marginali, in
una parte non sviluppata del loro paese, anche contro la loro volontà.
al priming del controllo affermarono che sarebbero stati capaci di trasferire
gli abitanti del paese di Aurelia che vivevano nei quartieri più marginali, in
una parte non sviluppata del loro paese, anche contro la loro volontà.
Infine, i ricercatori misero i partecipanti in una
situazione di gioco di ruolo nella quale si riconoscevano le posizioni di: capo
chirurgo, assistente chirurgo e infermiere. Il compito consisteva nel prendere
una decisione relativa a una paziente immaginaria di 56 anni che mostrava un
determinato livello di crescita addominale.
situazione di gioco di ruolo nella quale si riconoscevano le posizioni di: capo
chirurgo, assistente chirurgo e infermiere. Il compito consisteva nel prendere
una decisione relativa a una paziente immaginaria di 56 anni che mostrava un
determinato livello di crescita addominale.
Curiosamente, mentre più elevato era il rango di
potere che il partecipante ostentava, questi sceglieva il trattamento più
doloroso tra le due opzioni esistenti, ma nello stesso tempo il più efficace.
potere che il partecipante ostentava, questi sceglieva il trattamento più
doloroso tra le due opzioni esistenti, ma nello stesso tempo il più efficace.
Tuttavia, questo non è il primo esperimento nel quale
si tenta di mettere in relazione potere e disumanizzazione. Per esempio, un
gruppo di studiosi delle università di Stanford,
New York, Northwestern e della London
Business School, avevano già realizzato nel 2008 esperimenti abbastanza
simili con risultati identici.
si tenta di mettere in relazione potere e disumanizzazione. Per esempio, un
gruppo di studiosi delle università di Stanford,
New York, Northwestern e della London
Business School, avevano già realizzato nel 2008 esperimenti abbastanza
simili con risultati identici.
I ricercatori affermano che trattare le persone come
se fossero oggetti riduce l’impatto emotivo dato dalle conseguenze delle
decisioni che si prendono, rendendo più facile il processo decisionale. Probabilmente
il fatto di occupare una posizione di potere spinge le persone a scegliere le
soluzioni più efficaci (meno costose, più rapide e con maggiori probabilità di
successo) dato che pensano che questo sia il loro compito. Naturalmente, la
disumanizzazione che porta con se il potere può essere positiva in alcuni casi;
in altri un po’ meno, soprattutto se la persona perde la prospettiva del
livello di danno e dolore che può causare e non considera tanto gli aspetti
pratici come le conseguenze dal punto di vista umano.
se fossero oggetti riduce l’impatto emotivo dato dalle conseguenze delle
decisioni che si prendono, rendendo più facile il processo decisionale. Probabilmente
il fatto di occupare una posizione di potere spinge le persone a scegliere le
soluzioni più efficaci (meno costose, più rapide e con maggiori probabilità di
successo) dato che pensano che questo sia il loro compito. Naturalmente, la
disumanizzazione che porta con se il potere può essere positiva in alcuni casi;
in altri un po’ meno, soprattutto se la persona perde la prospettiva del
livello di danno e dolore che può causare e non considera tanto gli aspetti
pratici come le conseguenze dal punto di vista umano.
Fonti:
Lammers, J., and Stapel, D.
(2010) Power increases dehumanization. Group Processes and
Intergroup Relations.
(2010) Power increases dehumanization. Group Processes and
Intergroup Relations.
Gruenfeld, D. H.; Inesi, M.
E.; Magee, J. C. & Galinsky, A. D. (2008) Power and the Objectification of
Social Targets. Journal of Personality and Social Psychology; 95(1): 111–127.
E.; Magee, J. C. & Galinsky, A. D. (2008) Power and the Objectification of
Social Targets. Journal of Personality and Social Psychology; 95(1): 111–127.
Lascia un commento