Le soluzioni ai problemi per insight (letteralmente “visione interna”, tradotto spesso con intuizione) si presentano spesso come per magia. Un giorno, all’improvviso e nel momento meno atteso, appare la soluzione a un problema complesso che stiamo cercando di risolvere da tempo. Nelle scienze, le soluzioni per insight sono comuni, lo stesso Einstein riconobbe di aver raggiunto un cambiamento qualitativo nella sua teoria grazie all’insight, sebbene si verifichino anche nella vita di tutti i giorni.
Il momento Eureka
Forse l’insight più antico di cui si ha memoria corrisponde ad Archimede, matematico prominente, geometra e fisico famoso per il “Principio di Archimede”, secondo cui un corpo immerso in un fluido subisce una spinta verticale e verso l’alto pari al peso del fluido che muove.
La storia racconta che Gerone, re di Siracusa, mandò a chiamare Archimede perché risolvesse un problema. Il re aveva dato a un orafo una determinata quantità d’oro e argento per fargli una corona, ma quando ricevette il lavoro terminato, Gerone sospettò dell’onestà dell’argentiere, così chiese ad Archimede di verificare se era stato truffato.
Archimede non sapeva come risolvere il problema perché non poteva rompere la corona o scioglierla nell’acido.
Un giorno molto caldo decise di fare un bagno, ma quando si immerse nell’acqua la vasca traboccò. Pensandoci, si rese conto che, entrando nella vasca da bagno il suo corpo andava ad occupare il posto dell’acqua, quindi il peso del suo corpo era uguale al peso dell’acqua spostata.
Dopo aver capito che poteva applicare quel principio per calcolare la quantità d’oro e argento nella corona, la sua eccitazione fu tale che si racconta che corse nudo per le strade di Siracusa urlando Eureka! Eureka!, che in greco significa: l’ho trovato! L’ho trovato!
Ma non devi essere uno scienziato per vivere il momento Eureka di Archimede. Le soluzioni per insight si verificano anche nella vita di tutti i giorni.
Cos’è l’insight?
Il momento Eureka potrebbe essere tradotto in termini psicologici come insight, sebbene sia stato anche chiamato intuizione, ispirazione o soluzione inconscia. In psicologia, l’insight si riferisce a una comprensione improvvisa e imprevista di una relazione causa-effetto che era passata inosservata e che in genere consente di risolvere un problema o analizzare la situazione da un punto di vista diverso e originale.
Ma il concetto di insight è anche usato in riferimento alla comprensione improvvisa non necessariamente di un problema, ma di una situazione in cui possiamo essere immersi. In quel caso, ciò che troviamo non è la soluzione, ma una nuova prospettiva, generalmente rivelatrice.
Come si produce l’insight?
I meccanismi dell’insight sono molto complessi. Secondo la Gestalt, l’insight è il prodotto di un’improvvisa ristrutturazione. Quando affrontiamo un problema, molte volte abbiamo tante fissazioni e routine mentali precedentemente apprese che ci impediscono di analizzare con totale apertura e flessibilità mentale le caratteristiche principali della situazione.
In altre parole, i nostri rigidi schemi mentali ci impediscono di raggiungere la soluzione. Ma ad un certo punto questi schemi o “fissazioni funzionali” si ristrutturano e la soluzione emerge, abbiamo l’insight.
Per capire questa teoría sull’insight vi propongo un problema molto semplice:
Perché questi numeri sono inseriti in questo ordine?
Cinque, due, otto, quattro, tre, venti, zero
Weisberg, d’altra parte, afferma che alla base dell’insight si trova un processo graduale nel quale, se non troviamo una soluzione, il pensiero ricomincia il ciclo testando nuove strategie.
L’insight non è un processo meramente cosciente e razionale, ma si basa su una doppia elaborazione: a livello conscio e subconscio. Ciò significa che sono necessarie sia la ristrutturazione mentale che l’abbandono delle “fissazioni funzionali”, nonché l’abilità e l’esperienza, per risolvere problemi mal definiti che richiedono soluzioni altamente creative. Senza dimenticare la distanza psicologica essenziale affinché l’inconscio possa funzionare.
Questa doppia elaborazione potrebbe spiegare il motivo per cui molte soluzioni per insight appaiono precisamente durante il sonno o quando ci svegliamo, dato che l’elaborazione cosciente delle informazioni segue il suo corso nell’inconscio.
Infatti, le neuroscienze sembrano accettare l’idea che ci siano diversi meccanismi di elaborazione per il pensiero analitico e la soluzione dei problemi attraverso l’insight. Uno studio condotto presso la Northwestern University rivelò un aumento dell’attività nel giro temporale anteriore superiore dell’emisfero destro, nonché una esplosione improvvisa di attività neurale ad alta intensità (onde gamma) in quella stessa area appena 0,3 secondi prima che le persone riportassero la soluzione.
Quest’area del cervello è collegata alle connessioni dei dati che hanno una relazione a distanza l’una con l’altra durante la comprensione. Cioè, sarebbe la responsabile di trovare il nesso tra concetti apparentemente sconnessi per il pensiero analitico, praticando una specie di sinettica subconscia.
Un altro studio condotto presso la Drexel University rivelò che esiste uno schema insolito di attività neuronale prima di affrontare i problemi, come se il cervello delle persone si preparasse a cercare una soluzione per insight.
Anche i neuroscienziati dell’Università di Milano-Bicocca scoprirono che di solito sbattiamo più spesso le palpebre e più a lungo quando risolviamo i problemi con l’insight e ci fissiamo meno sui dettagli.
Le fasi dell’insight nella risoluzione dei problemi
Sebbene l’insight implichi l’improvvisa apparizione nella coscienza di una soluzione o una scoperta, questo non implica che il processo non passi attraverso diverse fasi.
- Ricerca limitata. In questa prima fase scopriamo il problema e cerchiamo di trovare una soluzione ricorrendo al pensiero analitico. È una fase per tentativi ed errori in cui cerchiamo, testiamo e scartiamo le soluzioni. In questa fase non abbiamo ancora eliminato le fissazioni mentali, quindi il processo cognitivo e le probabilità di trovare una soluzione sono limitati.
- Impasse mentale. In questa fase, chiamata anche incubazione, non importa quanto ci sforziamo, non troviamo la soluzione, ci sentiamo bloccati e non possiamo andare avanti. Non sappiamo come procedere, quindi cadiamo spesso in comportamenti ripetitivi, proviamo di nuovo le soluzioni o, al contrario, entriamo in uno stato di inattività e frustrazione. In questa fase dell’insight non succede molto a livello conscio, ma è probabile che l’inconscio stia lavorando a tutta velocità.
- Ristrutturazione del problema. È il processo attraverso il quale cerchiamo di vedere il problema da un’altra prospettiva, trovare nuove relazioni o cambiare il nostro modo di affrontarlo. Essendo arrivati ad un punto morto, la ristrutturazione è il primo passo per uscire da quello spazio iniziale di ricerca limitato, sebbene siamo ancora lontani dal trovare la soluzione. Questa fase dell’insight è anche chiamata “ricerca estesa” perché implica riconoscere che i nostri sforzi iniziali non hanno avuto successo e abbiamo bisogno di ampliare considerevolmente la prospettiva. Pertanto, sarebbe una sorta di permesso della coscienza così che i contenuti dell’inconscio possano emergere.
- Subitaneità. È l’ultima fase dell’insight che implica l’apparizione della soluzione nella coscienza, di solito in modo improvviso e inaspettato. Questo momento è vissuto con sorpresa ed è spesso difficile spiegare come sia avvenuta questa improvvisa comprensione.
Le soluzioni per insight sono più affidabili del pensiero analitico
In una società che elogia la ragione, si presume che l’analisi sia lo strumento migliore per risolvere i problemi. L’analisi implica una ricerca consapevole e deliberata della soluzione, a differenza dell’insight, in cui emerge come un salto qualitativo e solo più tardi possiamo ricostruire coscientemente i processi mentali che hanno dato origine a questa brillante idea.
Questa mancanza di controllo sul pensiero ci spaventa. Non vogliamo lasciare nulla al caso, ma la verità è che risolvere i problemi con l’insight si è dimostrata essere una strategia molto utile, valida ed efficace. Uno studio condotto presso il Laboratorio di Neuroscienze Cognitive di Chicago lo conferma.
Questi psicologi misero le persone di fronte ad una serie di problemi diversi tra loro. In uno, vennero date loro tre parole e dovettero trovarne una quarta che formasse una frase comune con le prime. In altri gli presentarono degli anagrammi e infine delle immagini incomplete che le persone dovevano identificare. Dopo ogni risposta, i partecipanti dovettero indicare se avevano scoperto la soluzione con il metodo analitico o se avevano avuto un’insight.
Gli psicologi scoprirono che delle risposte analitiche, solo il 78,3% erano corrette. Tuttavia, il 93,7% delle risposte per insight erano corrette e molto più precise. Spiegano così che mentre il pensiero analitico ci porta a valutare diverse congetture basate sui dati, l’insight si verifica al di sotto della soglia della coscienza, dove avviene lo screening automatico, in modo tale che si presenti solo la soluzione migliore.
La soluzione del problema
Per chi è ossessionato dal problema dei numeri, di seguito può trovare un nuovo indizio:
Perché queste parole sono inserite in questo ordine?
Cinque, due, otto, quattro, tre, venti, zero
Ora puoi probabilmente vedere che sono in ordine alfabetico, un fatto che difficilmente possiamo immaginare per l’idea stereotipata che ci porta a pensare che i numeri siano fatti solo per calcolare.
A volte basta semplicemente affrontare il problema da una prospettiva diversa e liberarsi dei nostri schemi mentali più rigidi. Possiamo anche applicarlo alla nostra vita quotidiana, senza dubbio è un tentativo utile.
Fonti:
Salvi, C. et. Al. (2016) Insight solutions are correct more often than analytic solutions. Think Reason; 22(4): 443–460.
Salvi, C. et. Al. (2015) Sudden insight is associated with shutting out visual inputs. Psychon Bull Rev; 22(6): 1814-1819.
Fedor, A. et. Al. (2015) Problem solving stages in the five square problem. Front. Psychol; 6: 1050.
Kounios, J. et. Al. (2006) The prepared mind: neural activity prior to problem presentation predicts subsequent solution by sudden insight.Psychol Sci; 17(10): 882-890.
Jung-Beeman, M. et. Al. (2004) Neural activity when people solve verbal problems with insight. PLoS Biol; 2 (4): E97.
Giulia dice
Articolo molto chiaro ed interessante. Qualche libro (per gli appassionati, non per professionisti) da poter leggere come approfondimento del tema dell’insight? Grazie.
Jennifer Delgado dice
Grazie Giulia. Un buon libro potrebbe essere “L’insight, questo frainteso” di Elena Sacco e Cinzia Chitra, Fausto Lupetti Ediore.