È facile riconoscere le personalità controllanti quando ricorrono alla coercizione, ma se usano tecniche di manipolazione più complesse le cose si complicano. A volte il controllo può essere molto sottile e si nasconde dietro una battuta, un suggerimento, un consiglio o anche una richiesta d’aiuto. È inoltre difficile individuare i segnali che indicano che stiamo cadendo in relazioni possessive.
Il controllo, tuttavia, è un’arma a doppio taglio. Toglie l’ossigeno psicologico a chi è controllato e diventa una folle ossessione per chi controlla.
Com’è la personalità controllante?
Le personalità controllanti sono quelle che hanno bisogno che le persone intorno a loro si comportino in un determinato modo. Non rispettano l’individualità e le barriere psicologiche che tutti noi stabiliamo perché pensano che esista un solo modo corretto di fare le cose: il loro.
- Pensiero dicotomico
Per le personalità controllanti, quelli che non pensano o agiscono come loro semplicemente sbagliano. Queste persone di solito pensano in termini di “tutto o niente”, le cose vanno bene o male, sono giuste o sbagliate, senza termini intermedi. Di conseguenza, spesso giudicano e criticano duramente tutto ciò che non corrisponde alla loro visione del mondo.
- Rigidità mentale
A causa del pensiero dicotomico, le persone che controllano non accettano che altri possano avere opinioni e modi diversi di fare le cose. Queste persone hanno una prospettiva limitata, profondamente egocentrica che impedisce loro di vedere le situazioni da una prospettiva diversa. È come se si muovessero sempre con i paraocchi, con gli occhi fissi su un punto senza prendere atto dell’enorme varietà che esiste nel mondo intorno a loro.
- Regole inflessibili
Le personalità controllanti di solito hanno molte regole, che danno significato e ordine al loro mondo, trasmettendo loro un senso di sicurezza. Ma il problema è che si aspettano che gli altri seguano quelle stesse regole. Insistono sul fatto che gli altri seguano le loro regole e che le loro priorità diventino quelle degli altri.
- Scarsa intelligenza emotiva
Le persone possessive non hanno sviluppato la loro intelligenza emotiva. Di conseguenza, quando qualcuno non fa le cose a modo loro, tendono ad infastidirsi, frustrasi o si arrabbiano. Spesso esprimono quelle emozioni senza alcun ritegno, recriminando e incolpando l’altro.
- Atteggiamento paternalistico
Molte personalità controllanti sono convinte di fare del bene all’altro. Assumono un atteggiamento paternalistico, offrendogli di prendere la decisione al suo posto o dirgli cosa fare. Se la persona non segue le loro regole, è normale che glielo rinfaccino facendolo sentire male, una strategia per riaffermarsi come punto di riferimento e creare una relazione di dipendenza, perché la prossima volta la persona gli presti attenzione.
- Lettura del pensiero
Le persone dominanti spesso “leggono il pensiero” degli altri. Credono di poter conoscere l’essenza dell’altro meglio della persona stessa e sanno cosa è meglio per lei. Pensano di poter prendere le decisioni migliori per l’altro, anche se non sono in grado di mettersi al suo posto. In effetti, è normale che quando una persona cerchi di comunicare loro un problema, la interrompono per spiegargli qual è il suo “vero” problema e così gli offrono l’unica soluzione.
- Scarsa percezione del controllo esercitato
Forse uno dei dettagli più interessanti della psicologia della persona controllante è che di solito non è consapevole di quanto controllo cerchi di esercitare sugli altri. Dal momento che questa persona non accetta che le cose si possano fare in modo diverso, non concepisce neppure il dissenso e, quindi, non considera che stia controllando, ma che sta solo indirizzando la persona sulla strada giusta.
Perché si sviluppa la personalità controllante?
Alcuni stili genitoriali tendono a incoraggiare una personalità controllante. Al centro di queste relazioni possessive tra genitori e figli c’è una profonda mancanza d’armonia. La personalità possessiva si sviluppa quando:
– L’amore ricevuto durante l’infanzia era condizionato ai risultati. Da bambini, queste persone non erano amate fino a quando non soddisfacevano le aspettative dei loro genitori, una forma di controllo sottile che continuano a mettere in pratica nelle loro relazioni mentre crescono.
– I risultati erano più importanti dello sforzo e delle relazioni. Queste persone sono cresciute con il messaggio che ciò che portavano a termine e producevano era più importante di ciò che erano o delle relazioni che stabilivano con gli altri. Di conseguenza, hanno imparato a concentrarsi sull’efficienza, anche se ciò significa calpestare i diritti degli altri.
– Si è generato un attaccamento insicuro, in modo tale che la persona provi un profondo bisogno di attenzione e affetto, ma anche una profonda paura di perderli entrambi, quindi esercita il controllo come modo per legare a sé quell’amore.
In senso generale, dietro la personalità controllante, si nasconde spesso la paura data dall’incertezza. Questa persona cerca sicurezza attraverso le regole e il controllo che cerca di imporre. Non accetta volentieri i cambiamenti e l’incertezza della vita, ma piuttosto questi gli generano ansia e lei cerca di mitigarla controllando tutto ciò che può. Quindi ha un illusorio senso di controllo che gli trasmette calma e tranquillità.
Quell’ossessione per il controllo può anche essere dovuta alla bassa autostima. In questi casi, la persona controllante cerca di camuffarla esercitando il controllo sugli altri. E dato che non accetta di non avere controllo sulla sua vita, trasferisce questa frustrazione sugli altri, diventando dominante e controllante.
Ma la personalità controllante può anche essere il risultato di una grave perdita avvenuta in passato. Succede di solito quando i genitori perdono un figlio e si incolpano per quello che è successo, quindi per far sí che la tragedia non si ripeta, diventano iper-controllanti con l’altro bambino. Avviene anche quando c’è un’infedeltà nel rapporto di coppia, nel qual caso di solito si sviluppano le relazioni possessive, a causa della paura di perdere il nuovo partner.
Il problema è che le persone controllanti non si rendono conto che un amore possessivo termina asfissiando psicologicamente chi gli sta accanto, ottenendo il risultato opposto a quello desiderato: l’abbandono.
Come ammorbidire una personalità controllante?
Le persone possessive e controllanti hanno spesso molti problemi nelle loro relazioni, sia sul piano romantico che in quello famigliare, professionale e nell’amicizia. È importante tenere presente che una relazione possessiva non è una relazione sana ed equilibrata, ma degenera nella dipendenza. L’amore autentico è quello che rispetta l’altro e lo lascia libero di prendere le sue decisioni.
Se hai una personalità controllante, è importante che ricordi questa frase di Giogio Nardone: “l’eccesso di controllo porta alla perdita del controllo”. Impara a:
– Rilassare la tua concentrazione. Non fare richieste eccessive e non pretendere di decidere al posto dell’altro. Usa meno l’imperativo e dai consigli solo quando ti è richiesto. Questo approccio arricchirà la relazione, mostrando all’altra persona che la rispetti.
– Incoraggiare la cooperazione. Le relazioni sono un dare e avere, una collaborazione in cui le due parti hanno qualcosa da dire e da contribuire. Quando cerchi d’imporre i tuoi punti di vista e i tuoi modi di fare, annulli la ricchezza e il potenziale della persona che hai accanto.
– Trovare la fonte della tua insicurezza. Per smettere di controllare, è importante capire da dove proviene questa esigenza. Forse stai proiettando la tua insicurezza sugli altri? Un trauma passato generato da una perdita? Un genitore troppo controllante o genitori emotivamente negligenti?
Come affrontare le persone controllanti?
Affrontare una persona controllante non è facile, specialmente quando si tratta di relazioni intime. Tuttavia, dobbiamo tenere a mente che nessuno può controllarci senza il nostro permesso, questo significa che, in un certo modo, siamo “complici” di tale manipolazione. Maya Angelou scrisse: “non puoi controllare tutto ciò che ti succede, ma puoi scegliere che non ti indebolisca”.
Pertanto, è importante essere consapevoli che il controllo non è amore. Quando le persone ci controllano, “truccano” la nostra realtà in modo che possiamo vedere il mondo attraverso i loro occhi. Non ci rispettano come siamo. Vogliono cambiarci, renderci diversi, più simili a loro stessi o l’immagine che hanno di te. Le persone controllanti vogliono che ci adattiamo alla loro realtà, senza tener conto che questa realtà potrebbe essere sbagliata o semplicemente non essere la più appropriata per noi.
Devi stabilire dei limiti e non consentire che le persone controllanti li superino. Ringraziale per i loro “consigli” e dì loro che farai ciò che è meglio per te. Non lasciare che facciano pressione sui tuoi punti sensibili per generare in te sensi di colpa. Ricorda che gli errori fanno parte dell’apprendimento. Forse il tuo modo di fare le cose non è perfetto, ma è il tuo e puoi migliorarlo man mano che maturerai. Non lasciare che gli altri decidano per te.
Noemi dice
Questo articolo mi ha interessato molto in quanto mia mamma rientra nelle caratteristiche di questa personalità. Io ne ho sofferto molto, perché non sopportavo il suo controllo su ogni cosa e questo generava continue discussioni. La situazione è molto migliorata quando sono andata via di casa e lei ha smussato questi tratti con me in particolare (non con mio padre o mia sorella) e cerca di evitare le discussioni. La parte più interessante è quella delle cause che generano questi comportamenti, leggendole mi ha fatto commuovere pensare alla mia mamma e alle sue fragilità. Grazie!
Jennifer Delgado dice
Grazie a te.
Laura dice
Questo articolo è stato illuminante, ho ritrovato nella descrizione della personalità controllante l’esatto ritratto di quella che credevo essere una mia cara amica. Mi sono ritrovata ad assecondare più possibile le richieste e i bisogni di questa persona perchè ne percepivo molto la sofferenza, la solitudine e l’insicurezza; questo mi portava a giustificarla sempre, a mettere spesso da parte la mia libertà e a subire i suoi giudizi severi che non lasciavano mai spazio ad un reale confronto o a giustificazioni. Nel momento in cui le sue richieste sono diventate eccessive, di fronte ad un mio no, sono stata di colpo eliminata dalla sua vita, senza alcuna possibilità di trovare un compromesso. Spero che una maggior comprensione dei meccanismi non sani che caratterizzavano questo rapporto mi possa aiutare a vedere con più lucidità e distacco quanto successo. Grazie dottoressa!
Cinzia dice
Buongiorno, chiedo cortesemente di lasciare solo il mio primo nome “Cinzia” nel commento del 14 aprile. grazie