• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia

  • Chi scrive
  • Argomenti di Psicologia
  • Libri di Autoaiuto
  • Pubblicità
Home » Comunicazione Efficace » La parola che non dovresti mai usare per scusarti

La parola che non dovresti mai usare per scusarti

Share on Facebook Share on X (Twitter) Share on LinkedIn Share on Telegram Share on WhatsApp Share on Email
Non dire mai "scusa ma..."
 

Tutti facciamo errori. Non possiamo evitarlo, e talvolta questi errori feriscono gli altri. Allora viene il momento di chiedere scusa.

Scusarsi in modo appropriato può riparare il danno e rafforzare il legame emotivo tra due persone. Quando ci scusiamo diciamo all’altro che sentiamo profondamente quello che abbiamo fatto e vogliamo riparare e farlo sentire meglio.

Tuttavia, chiedere scusa in modo inadeguato può avere l’effetto opposto: può aprire ulteriormente la ferita e aumentare la distanza tra due persone. In realtà, non tutti sanno come scusarsi correttamente. Chiedere scusa è un’arte da imparare.

Ovviamente, a molte persone non piace chiedere scusa perché si sentono a disagio. A nessuno piace approfondire i propri errori, perché lo fa sentire vulnerabile. Questi sentimenti fanno sì che a volte il modo di scusarsi sia inadeguato e che si desideri essere perdonati senza riconoscere di essersi sbagliati.

PER TE  Arrabbiarsi: una delle tecniche di persuasione più efficace

Pertanto, esiste una parola che non dovrebbe mai essere utilizzata quando si chiede scusa perché potrebbe compromettere la situazione. Quella parola è: “Scusa, ma…”

Aggiungere un “ma” alla fine serve solo a contraddire la sincerità del messaggio originale. Quel “ma” è percepito come una scusa, così l’altra persona può pensare che in realtà non siamo realmente dispiaciuti e le nostre scuse sono false.

Il modo migliore di scusarsi è farlo con poche parole, senza offrire spiegazioni che potrebbero mettere in discussione la nostra sincerità.

A questo proposito, uno studio condotto da psicologi della Stanford University ha scoperto che chiedere scusa in modo adeguato deve includere questi tre punti:

– Che abbiamo capito in cosa abbiamo sbagliato

– Che assumiamo la piena responsabilità per i nostri comportamenti, attitudini e/o parole

– Che offriamo un piano per riparare al danno fatto che includa una promessa di miglioramento per il futuroAl contrario, un modo di chiedere scusa totalmente inefficace, che potrebbe infastidire l’altro o aggravare ulteriormente il danno, è quello che include giustificazioni o scuse dirette a minimizzare la gravità dell’errore commesso. Ad esempio, scusarsi dicendo: “scusami, ma sei tu che mi hai offeso per primo”, in realtà è solo chiedere perdono a metà, è quella che si potrebbe classificare come una forma di scusarsi “passivo-aggressiva” che potrebbe fare ulteriormente arrabbiare l’altra persona.
PER TE  Comunicazione: 3 trappole nelle quali cadiamo sempre

 

Fonte:
Schumann, K. (2014) An affirmed self and a better apology: The effect of self-affirmation on transgressors’ responses to victims. Journal of Experimental Social Psychology; 54: 89–96.

Share on Facebook Share on X (Twitter) Share on LinkedIn Share on Telegram Share on WhatsApp Share on Email

Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

Ricevi le novità

Iscrivendoti all'Angolo della Psicologia accetti la nostra Privacy Policy. Ma non ti preoccupare, noi odiamo lo spam quanto te!

Segui leggendo

Ormesi psicologica: quando ciò che non ti uccide ti rende più forte (davvero)

Abitudini Zombie: come identificare ed eliminare le routine obsolete nella tua vita

La domanda inaspettata che prevede la tua felicità tra 10 anni

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Articoli recenti

  • Ormesi psicologica: quando ciò che non ti uccide ti rende più forte (davvero)
  • Abitudini Zombie: come identificare ed eliminare le routine obsolete nella tua vita
  • La domanda inaspettata che prevede la tua felicità tra 10 anni
  • Contabilità emozionale: le tue relazioni sono in rosso?
  • La spinta finale: perché diamo il massimo quando qualcosa sta per finire

Ricevi le novità

Disclaimer e Privacy

Iscrivendoti all'Angolo della Psicologia accetti la nostra Privacy Policy ma non ti preoccupare, noi odiamo lo spam quanto te!

Footer

Contatto

jennifer@intextos.com

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia: Articoli sulla salute mentale e la crescita personale, tecniche psicologiche, studi sul cervello e libri di Psicologia.

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Twitter

© Copyright 2010-2024 Angolo della Psicologia · Tutti i diritti sono riservati · Politica dei Cookies · Disclaimer e Privacy · Pubblicità