Il disturbo da dimorfismo corporeo inizia generalmente nell’adolescenza, ma può passare inosservato durante anni perché le persone con questo disturbo normalmente non vogliono rivelarne i sintomi. L’inizio può essere graduale o repentino, il progresso è continuo, con pochi intervalli senza sintomi, indipendentemente dal fatto che l’intensità possa presentare alti e bassi. Secondo i dati pubblicati nel sito spagnolo Websalud, a livello mondiale il 48% delle persone con questo disturbo necessita di ricovero psichiatrico durante il decorso della patologia, mentre un 24% tenterà di auto-lesionarsi. Le operazioni chirurgiche per riparare i loro “difetti” sono all’ordine del giorno, ma normalmente i cambiamenti non risultano di loro gradimento o incontrano un’altra parte “difettosa” nel loro corpo. In molti casi i trattamenti chirurgici vanno a peggiorare il disturbo, causando l’apparizione di nuove e più intense preoccupazioni, che a loro volta portano a nuovi procedimenti terapeutici senza esito, così queste persone possono arrivare ad avere nasi, natiche, orecchie, seni e fianchi “sintetici”, ma continueranno a non sentirsi a loro agio.
Il disturbo da dismorfismo corporeo
Nella cultura in cui ci tocca vivere la preoccupazione per l’aspetto fisico risulta essere una moda che assume contorni eccessivi. Curare l’aspetto fisico, fare esercizio, amare il nostro corpo, è perfettamente normale. Ma quando si entra nel tunnel degli infiniti interventi di chirurgia plastica, sempre che il portafoglio lo permetta, le cose cambiano. Normalmente, una persona che non accetta il suo naso ha probabilmente un problema ben maggiore di un naso curvo o troppo grande, non riesce ad accettarsi così com’è e ha una bassa autostima.
Esiste un livello oltre il quale la preoccupazione per il nostro aspetto fisico si trasforma in un danno severo al nostro equilibrio psicologico: il disturbo da dismorfismo corporeo.
La caratteristica essenziale di questo disturbo mentale è la preoccupazione eccessiva per qualche difetto fisico che può essere immaginario o, se esiste, la dissociazione della persona è tale che arriva a causare un deterioramento nel lavoro, nello studio, nei rapporti di coppia o le relazioni interpersonali. Perché? Bene, perché l’idea di essere “difettosi” ci porta ad evitare le situazioni sociali fino al punto che alcuni escono solo di notte per evitare le persone e che queste possano osservare il suo corpo. Così, possono restare chiusi in casa per molto tempo, addirittura anni.
Normalmente i “difetti” si incontrano nelle zone vicine al volto; anche qualsiasi minimo outline fisico può essere oggetto di tensione.
La maggioranza delle persone vivono un malessere intenso in relazione al presunto difetto e spesso descrivono le loro preoccupazioni come “dolorose”. Come risultato, tendono a passare ore pensando al loro “difetto”, fino al punto che questi pensieri possono arrivare a dominare completamente la loro vita.
Inoltre, queste persone hanno l’abitudine di passare molte ore al giorno davanti allo specchio o davanti a qualsiasi superficie riflettente che incontrino sul loro cammino, per comprovare il loro “difetto”. Alcuni usano addirittura specchi che aumentano l’immagine per potersi osservare meglio. Al contrario, altri evitano gli specchi fino al punto che arrivano a ritirarli tutti. E’ comunque normale che esistano periodi di super-vigilanza e di negazione che si vanno alternando.
A volte, a queste persone capita di sviluppare un comportamento che le porta a pulire e pulirsi ossessivamente per tentare di diminuire l’ansia che gli produce il loro “difetto”, ma normalmente ottengono il risultato contrario. Altri possono preoccuparsi eccessivamente e temere che la parte “brutta” del loro corpo non funzioni in modo adeguato, sia estremamente fragile o sia costantemente in pericolo di soffrire qualche danno.
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