• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia

  • Chi scrive
  • Argomenti di Psicologia
  • Libri di Autoaiuto
  • Pubblicità
Home » Emozioni » Disintossicazione Emotiva: come disfarvi delle emozioni tossiche

Disintossicazione Emotiva: come disfarvi delle emozioni tossiche

Share on Facebook Share on X (Twitter) Share on LinkedIn Share on Telegram Share on WhatsApp Share on Email
Disintossicazione emotiva
 
 
Il concetto di disintossicazione ci risulta familiare. Siamo consapevoli che le tossine possono accumularsi nel nostro corpo e, nel corso degli anni, possono anche provocare dei danni agli organi e alle cellule. Per questa ragione ci preoccupiamo sempre di più di ciò che mangiamo e ci informiamo attentamente sulle sostanze contenute negli alimenti.
 
Ma la tossicità non è un fenomeno limitato al piano fisico, esiste anche una tossicità mentale. Quando andiamo accumulando tensione e stress ogni giorno, quando manteniamo a lungo degli atteggiamenti negativi, quando alimentiamo delle preoccupazioni infondate e quando restiamo immersi negli stati emotivi negativi, stiamo creando e mantenendo dei modelli di pensiero e relazionali tossici che finiranno per presentarci il conto. Pertanto, è importante ricorrere di tanto in tanto alla depurazione emotiva.

Le 5 emozioni tossiche che si accumulano giorno dopo giorno

In primo luogo, è importante notare che le emozioni non sono positive o negative in ​​sé. Le emozioni sono semplicemente una reazione e, come tali, indicano qualcosa. Il problema sorge quando non riusciamo a gestirle e diventano degli stati emotivi permanenti. Solo allora, per effetto cumulativo, diventano altamente tossiche per la nostra salute mentale.
 
1. Rabbia. La rabbia ha un lato positivo perché è un’emozione che ci dà la forza di cui abbiamo bisogno per proteggere noi stessi e sopravvivere. Tuttavia, è particolarmente negativa quando diventa il nostro modo abituale di reagire. Infatti, lo sapevate che la rabbia aumenta fino al 75% il rischio di soffrire di un attacco di cuore? La rabbia è un’emozione che mantiene il nostro corpo costantemente in ebollizione, e ci impedisce di trovare la pace interiore e la tranquillità che ci servono.
 
2. Risentimento. Il risentimento è l’incapacità di perdonare, di andare oltre. Quando sperimentiamo risentimento restiamo legati a un evento del passato, al quale noi conferiamo una tale importanza che continua a influenzare il nostro comportamento presente e ci causa dolore emotivo. Se alimentiamo il risentimento, con dei pensieri recriminatori, questo crescerà fino a toglierci la pace e ci trasformeremo in persone amareggiate e perennemente arrabbiate con il mondo.
 
3. Senso di colpa. Il senso di colpa è una delle emozioni più negative che esistano, perché non ci fa andare avanti e ci mantiene in un circolo vizioso fatto di rimpianti e rimorsi. Quando diamo libero sfogo ai pensieri negativi circa le nostre capacità, quando ci autocommiseriamo piangendoci addosso o quando traiamo conclusioni completamente fuori del contesto, che ci fanno sentire gli unici colpevoli, stiamo alimentando emozioni che possono portare al collasso nervoso.
 
4. Insoddisfazione. Un certo grado d’insoddisfazione può essere positivo, perché ci spinge a cambiare e migliorare. Ma quando l’insoddisfazione diventa uno stato cronico, quando non proviamo piacere per nulla e niente ci soddisfa, perdiamo la capacità di goderci la vita. A quel punto veniamo assaliti dalla disperazione. Quando una persona si concentra solo su ciò che gli manca, perde la capacità di godersi il presente e, di conseguenza, la vita gli scivola via dalle mani.
 
5. Paura. La paura è un’emozione che ci avverte del pericolo e ci mantiene al sicuro. Tuttavia, quando diventa una risposta comune alle più svariate situazioni, si trasforma in un ostacolo che ci trattiene e limita il nostro potenziale. Alcune persone hanno paura della vita, e non osano fare un passo per paura di fallire, in questi casi la paura diventa un limite che impedisce di godere pienamente delle cose e ci mantiene in un perpetuo stato d’ansia.

Il processo di depurazione emotiva

Il processo di depurazione emotiva è molto semplice. Non prevede di immergersi nel passato e non è nemmeno necessario cercare le cause di certe emozioni, perché l’obiettivo è quello di raggiungere uno stato di pace interiore, lasciando andare le emozioni che si sono accumulate per vari motivi. Nel processo di depurazione emotiva vi convertite semplicemente in un osservatore consapevole delle emozioni che provate.
 
– Divenire consapevoli delle emozioni. La vita quotidiana è così frenetica che spesso andiamo accumulando emozioni senza rendercene conto. Ovviamente, ce ne sono alcune che fanno più male di altre. Pertanto, il primo passo della depurazione emotiva consiste nell’identificare le emozioni. Non è quindi necessario adottare una posizione particolare o essere in un posto tranquillo, basta prestare attenzione alle vostre reazioni. Reagite spesso con rabbia alla maggior parte delle situazioni? Vi sentite sempre insoddisfatti? Avete sensi di colpa o provate risentimento?
 
Se serve, potete anche tenere un diario, un quaderno sul quale trascrivere le emozioni che avete provato durante il giorno e nel quale ne indicate anche l’intensità. Sarete sorpresi di scoprire quante emozioni negative vivete ogni giorno. La cosa interessante è che il processo di ricerca e di etichettatura delle emozioni è già di per se terapeutico, perché vi permette di guardare dentro voi stessi e pensare a quello che provate, togliendo così peso alle emozioni.
 
– Sperimentare le emozioni. La nostra società non ci ha insegnato a gestire le emozioni, ma a nasconderle e negarle. Ma la depurazione emotiva include sperimentare le emozioni che ci danneggiano. Così, si impara a non avere paura, a sentirsi relativamente confortevoli con queste, ad assumerle come proprie e, di conseguenza, sottrargli potere.
 
Durante questo passaggio è consigliabile concentrarsi su una emozione alla volta, utilizzando la tecnica di visualizzazione che vi aiuta a lasciare andare le emozioni come fossero foglie portate dalla corrente di un fiume, attraverso la quale imparerete non solo a sperimentare l’emozione ma anche a lasciarla andare. A questo proposito, uno studio particolarmente interessante condotto presso la Harvard University, ha rivelato che quando sperimentiamo esperienze dolorose che non abbiamo assunto, si attivano delle aree del nostro cervello come l’amigdala, il centro della paura, e la corteccia visiva. Tuttavia, quando le persone hanno accettato l’esperienza, la maggiore attivazione si verifica nell’area di Broca, il che significa che l’esperienza si è trasformata in un’esperienza narrativa che smette di causare dolore e sofferenza.
 
Per questo motivo vivere le emozioni ed etichettarle ci aiuta ad assumerle sottraendogli l’impatto negativo. Idealmente, si dovrebbe fare questo processo di ricerca interiore una volta al giorno o almeno una volta alla settimana. Ricordate che la dieta “emotiva” è importante quanto la dieta alimentare, perché le emozioni negative, quando si accumulano, possono fare molto male, sia psicologicamente che fisicamente.
 
 
Fonte:
Rauch, S. L. et. Al. (1996) A symptom provocation study of posttraumatic stress disorder using positron emission tomography and script-driven imagery. Arch Gen Psychiatry; 53(5): 380-387.
PER TE  Il buon samaritano: un esperimento curioso
Share on Facebook Share on X (Twitter) Share on LinkedIn Share on Telegram Share on WhatsApp Share on Email

Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

Ricevi le novità

Iscrivendoti all'Angolo della Psicologia accetti la nostra Privacy Policy. Ma non ti preoccupare, noi odiamo lo spam quanto te!

Segui leggendo

I bambini di oggi sono più maleducati di quelli di una volta?

Secondo i neuroscienziati, non si ascolta solo la musica, la si diventa

Ormesi psicologica: quando ciò che non ti uccide ti rende più forte (davvero)

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Articoli recenti

  • I bambini di oggi sono più maleducati di quelli di una volta?
  • Secondo i neuroscienziati, non si ascolta solo la musica, la si diventa
  • Ormesi psicologica: quando ciò che non ti uccide ti rende più forte (davvero)
  • Abitudini Zombie: come identificare ed eliminare le routine obsolete nella tua vita
  • La domanda inaspettata che prevede la tua felicità tra 10 anni

Ricevi le novità

Disclaimer e Privacy

Iscrivendoti all'Angolo della Psicologia accetti la nostra Privacy Policy ma non ti preoccupare, noi odiamo lo spam quanto te!

Footer

Contatto

jennifer@intextos.com

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia: Articoli sulla salute mentale e la crescita personale, tecniche psicologiche, studi sul cervello e libri di Psicologia.

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Twitter

© Copyright 2010-2024 Angolo della Psicologia · Tutti i diritti sono riservati · Politica dei Cookies · Disclaimer e Privacy · Pubblicità