I bambini non nascono dotati di un manuale di istruzioni sotto il braccio così che i genitori si rivolgono spesso al loro istinto o a vecchie formule tramandate di generazione in generazione. Tuttavia, anche se l’amore e l’affetto sono fondamentali a volte non bastano. È importante che entrambi i genitori e le persone che hanno contatti con i bambini e che, in un modo o nell’altro influiscono nella loro formazione, conoscano le peculiarità di ogni fase che stanno vivendo e gestiscano le tecniche più appropriate per stimolare al massimo il loro potenziale e porre termine agli eventuali problemi che possono sorgere.In questo senso, la psicologia fornisce alcuni strumenti preziosi. Infatti, esistono corsi di psicologia infantile a distanza che permettono di comprendere le varie fasi dello sviluppo psicologico durante l’infanzia e aiutano a identificare problemi di comportamento insegnando ad affrontarli. La ricerca psicologica non si ferma mai e spesso mostra delle strategie educative nuove e molto interessanti che tutti i genitori e gli educatori dovrebbero prendere in considerazione.
1. La rigida disciplina può essere controproducente
Uno studio condotto negli Stati Uniti ha rivelato che circa il 90% dei genitori ha ammesso che sgridavano frequentemente i loro bambini imprecando e utilizzando un tono aspro, con l’obiettivo di imporre una rigida disciplina. Infatti, quando i bambini sono piccoli, è importante che siano sottoposti a delle regole che consentano loro di sentirsi sicuri e crescere in un ambiente più ordinato che trasmette fiducia. Ad ogni modo, tutti gli estremi sono nocivi.
Dopo aver analizzato quasi 1.000 famiglie, si è constatato che la disciplina verbale troppo rigida è controproducente, in quanto può esacerbare il problema che cerca di contenere. Infatti, i ricercatori dell’Università del Michigan sostengono che mentre più dura è la disciplina verbale maggiori sono i problemi comportamentali che può provocare, soprattutto nel lungo periodo quando i bambini entrano nella preadolescenza. Tuttavia, questi risultati non indicano che i bambini non dovrebbero essere disciplinati ma che questo deve essere fatto con amore, scegliendo le parole e il tono giusto.
2. Gli orari di sonno regolare migliorano lo sviluppo cognitivo
Recentemente si è scoperto che durante il sonno si eliminano le sostanze di scarto prodotte dal metabolismo cerebrale, essenziale per prevenire l’insorgenza di malattie neurodegenerative. Ora un nuovo studio condotto dallo University College di Londra ha esaminato più di 11.000 bambini scoprendo che il sonno influisce anche nelle loro capacità cognitive. Questi ricercatori hanno lavorato con bambini di età compresa tra tre e sette anni per valutare gli effetti che l’orario del sonno aveva nelle loro funzioni cognitive.
Quindi, hanno concluso che gli orari regolari di sonno sono essenziali, in particolare per il sano sviluppo del cervello. Infatti, i bambini che mostravano risultati più bassi nelle materie come la lettura, la matematica e la percezione spaziale erano tra quelli che avevano degli orari di sonno irregolari. Pertanto, almeno durante i primi anni di vita è importante che il bambino vada a letto alla stessa ora e che goda di un sonno riposante.
3. La televisione limita lo sviluppo delle abilità
Alcuni genitori permettono ai loro figli di guardare la televisione fin dalla tenera età pensando che questo può essere utile almeno per sviluppare in lui un poco di fantasia e perché si appropri di alcune parole. Tuttavia, un recente studio condotto da psicologi dell’Università di Montreal ha messo in discussione questa idea.
Dopo aver analizzato quasi 2.000 bambini, questi ricercatori hanno concluso che la televisione non solo non migliora le loro capacità cognitive, ma è addirittura dannosa. I dati raccolti hanno mostrato che più sono le ore che questi piccoli passano a guardare la televisione e peggiori saranno le loro prestazioni nella matematica e a livello di capacità motorie. I primi tre anni di vita sono un periodo molto delicato per lo sviluppo di molte competenze pratiche e a questo proposito la televisione sottrae del tempo prezioso che il bambino dovrebbe utilizzare per scoprire l’ambiente circostante e interagire con le persone.
4. L’esercizio fisico potenzia l’intelligenza
Ci sono numerose ragioni per promuovere l’abitudine di praticare attività fisica nei bambini, ma ora un nuovo studio svolto dall’Università di Dundee offre un altro motivo. L’esercizio fisico di intensità da moderata a vigorosa è direttamente legato ai risultati accademici, in particolare si relaziona con il pensiero logico e la comprensione verbale.
Questi ricercatori hanno analizzato il rendimento scolastico di oltre 4.700 bambini nonché la quantità di tempo impegnato da questi nell’attività fisica. Si è così scoperto che la pratica regolare di attività fisica è stata collegata ad un buon rendimento scolastico, una connessione ancora più pronunciata nelle ragazze. Infatti, non si tratta di un risultato del tutto sorprendente in quanto è noto che l’esercizio fisico aumenta l’ossigenazione al cervello, un dettaglio fondamentale per il rendimento cognitivo.
5. L’iperprotezione crea stress e depressione
Alcuni genitori sostengono che occuparsi dei loro figli è più stressante che lavorare, ma la verità è che tutto dipende dal metodo educativo che ognuno utilizza. Educare un figlio comporta sempre una certa quantità di preoccupazioni, ma anche così, vi sono molti genitori che provano piacere nel farlo. Come fanno?
Uno studio condotto presso l’Università di Mary Washington ha analizzato il metodo educativo impiegato da 181 donne i cui bambini avevano meno di cinque anni. Questi psicologi hanno scoperto che le madri che erano iperprotettive, quelle che pensavano che i loro figli fossero sacri e che dovevano dedicarsi esclusivamente ad essi, sperimentavano anche una soddisfazione minore per la loro vita, erano più inclini alla depressione e soffrivano più spesso di stress e ansia . Pertanto, l’iperprotezione non è solo dannosa per lo sviluppo psicologico dei bambini, ma anche per i genitori.
Fonti:
Wang, M. T. & Kenny, S. (2014) Longitudinal Links Between Fathers’ and Mothers’ Harsh Verbal Discipline and Adolescents’ Conduct Problems and Depressive Symptoms. Child Development; 85(3): 908-923.
Booth, J. N. et. Al. (2014) Associations between objectively measured physical activity and academic attainment in adolescents from a UK cohort. Br J Sports Med; 48:265-270.
Kelly, Y. et. Al. (2013) Time for bed: associations with cognitive performance in 7-year-old children: a longitudinal population-based study. Journal of Epidemiology and Community Health; 67: 926-931.
Pagani, L. S. et. Al. (2013) Early childhood television viewing and kindergarten entry readiness. Pediatric Research; 74: 350–355.
Rizzo, K. M. et. Al. (2013) Insight into the Parenthood Paradox: Mental Health Outcomes of Intensive Mothering. Journal of Child and Family Studies; 22(5): 614-620.
Lascia un commento