
“Una persona che pensa tutto il tempo, non ha niente a cui pensare, piuttosto che i suoi pensieri”, disse Alan Watts.
Quando pensiamo perdiamo il contatto con la realtà, più o meno nello stesso modo in cui lo fa una persona che soffre di schizofrenia o un qualche tipo di psicosi. Questi dialoghi con noi stessi e la continua ripetizione di certi schemi di pensiero compulsivo, ci possono portare in un mondo prezioso fatto di illusioni, ma anche di problemi creati da noi, ci possono appartare dalla realtà, e ci fanno entrare in un mondo che percepiamo solo noi e che esiste solo nelle nostre menti.
Naturalmente, il pensiero in sé non è male. Tutto il contrario, ma nella giusta prospettiva. Il pensiero dovrebbe essere uno strumento che possiamo usare per risolvere alcuni problemi, non si deve trasformare in qualcosa che ci domina. Quella voce dentro la tua testa deve essere uno strumento per guidarti, non qualcosa che ti induce a sbagliare.
Ovviamente, non possiamo mettere a tacere la nostra mente, sarebbe come cercare di plasmare l’acqua con un martello, ma è meglio che prestiamo attenzione a queste forme di pensiero autodistruttive che ci allontanano dalla realtà e diventano un ostacolo per il nostro sviluppo, impedendoci di essere felici e amareggiandoci la vita quotidiana.
Quali sono i modelli di pensiero più dannosi?
1. La denigrazione costante
I pensieri come “non posso”, “non sarò all’altezza”, “non sono abbastanza capace” o “so che fallirò”, spesso sono prodotti dalla nostra insicurezza, non sono un riflesso della realtà. Infatti, a volte questi non sono neppure i nostri pensieri ma sono idee che ci sono state impiantate da altri quando eravamo bambini e venivamo rimproverati per qualche errore commesso. Pertanto, la denigrazione costante è uno dei principali nemici della crescita, dell’autostima e della fiducia in se stessi.
2. Le preoccupazioni anticipate
I problemi, le battute d’arresto e le avversità esistono, non li possiamo evitare. Tuttavia, è meglio lasciarli arrivare nel momento opportuno, piuttosto che anticiparli. Infatti, la persona che si preoccupa in anticipo si preoccupa due volte. Spesso pensare ai problemi che possono verificarsi è solo un modo per generare ansia e stress, perché è stato dimostrato che non solo siamo più forti di quanto pensiamo per affrontare le avversità, ma abbiamo anche una tendenza catastrofista che ci porta ad esagerare il dolore che potremmo sperimentare.
3. I paragoni continui
Ogni persona è unica, così che paragonarsi non ha senso. Tuttavia, il nostro cervello dipende dai paragoni continui e ci spinge a confrontarci ad ogni passo. Ci guardiamo intorno e vediamo sempre delle persone più felici, più soddisfatte, più belle, più di successo … Questi paragoni continui non ci fanno solo sentire male ma, con il tempo, se si stabiliscono come uno schema di pensiero permanente, possono influenzare la nostra autostima portandoci addirittura alla depressione.
4. Lamentarsi all’infinito
Ci sono delle persone che assumono il ruolo di vittime. Nella loro mente ripetono più e più volte quanto sono infelici, quanti problemi hanno e quanto poco si sentono considerate dalle persone intorno a loro. Questo modello di pensiero egocentrico le getta in un circolo vizioso fatto di continue lamentele che genera una visione negativa del mondo e, naturalmente, impedisce loro di godere delle cose belle. Queste persone sono troppo occupate a dipingere il mondo di grigio che non gli resta tempo per distinguere i colori.
5. Incolparsi eccessivamente
Ci sono degli errori che sono difficili da accettare, non è sempre facile cancellare tutto e ricominciare da zero. Tuttavia, le persone che pensano sempre in termini di “colpevole” o “innocente”, cadono spesso vittima della rigidità morale. Infatti, il senso di colpa è uno dei sentimenti più dannosi perché porta alla stagnazione e alla sofferenza sterile. La colpa è solo un’immagine distorta della realtà, mentre pensare in termini di responsabilità significa avere una visione più obiettiva, in cui si assumono le conseguenze delle proprie azioni, niente di più e niente di meno.
6. Restare legati al passato
Ci sono persone che pensano che il passato era comunque sempre migliore. La loro mente funziona come una macchina del tempo che va in una sola direzione, verso il passato. Pertanto, non sono mai presenti ma stanno sempre ricordando un vecchio amore, il paese che hanno lasciato o il lavoro meraviglioso che avevano. Tuttavia, anche se ricordare significa rivivere una situazione, è importante non dimenticare di godersi il qui e ora. Lasciare che la mente vada continuamente al passato, pensando che sia stato migliore del presente e del futuro, è il modo migliore per condannarsi alla disperazione e alla depressione.
7. Criticare continuamente
Alcune persone non possono vivere senza criticare, hanno bisogno di criticare come dell’aria per respirare. Pensano continuamente che tutti gli altri siano incompetenti e ingrati. Tormentano continuamente la loro mente con dei pensieri negativi sugli altri. Il problema è che, in questo modo riescono solo a fare del male a se stessi, dato che la critica permanente implica uno stato d’insoddisfazione e di dispiacere. Criticare continuamente gli altri significa vivere in un mondo “perfetto” che esiste solo nella nostra mente. Tuttavia, imparare ad accettare le differenze è uno dei segreti per la felicità. Chi critica, critica gli altri, ma condanna se stesso.
Lascia un commento