Questa storia originale si trova nel: “Libro degli abbracci” di Eduardo Galeano (lo consiglio a tutti coloro che non l’hanno letto, tra l’altro) ed è perfetta per capire come nascono le tradizioni e come vengono tramandate e, insieme a loro, gli stereotipi e le abitudini.
Vittime delle nostre tradizioni
Frasi come “Se si è sempre fatto così ci sarà pure una ragione…“, “è una tradizione” o “noi in famiglia abbiamo sempre fatto così” sono molto comuni ed è anche probabile che almeno in un’occasione le abbiamo usate tutti per cercare di giustificare un comportamento che ci veniva contestato. Tuttavia, queste frasi contengono un errore noto come “argomentum ad antiquitatem”.
Il richiamo alla tradizione è un errore di logica, implica che se qualcosa è sempre stato fatto in un certo determinato modo per un lungo periodo di tempo, allora deve necessariamente essere giusto o vero. Si pensa che il semplice fatto che si sia sempre fatto in questo modo sia una ragione più che sufficiente per continuare a perpetuare l’abitudine all’infinito, anche se non conosciamo le ragioni iniziali, e se queste sono ancora valide nelle attuali circostanze.
Secondo questo errore, le donne dovrebbero stare a casa, prendersi cura della casa, del marito e dei figli, perché è sempre stato così in passato. Oppure una nuova idea potrebbe essere sbagliata semplicemente perché nessuno l’ha mai provata prima. O che la corrida è una tradizione rispettabile perché corrisponde ad un rito ancestrale.
Le persone che rientrano in questa fallacia non si rendono conto che i tempi sono cambiati e probabilmente le ragioni che hanno portato a generare certe abitudini e alcuni stereotipi non esistono più. Pertanto, la tradizione diventa priva di significato. Solo perché qualcosa è vecchio non significa che sia buono e, soprattutto, non significa che si debba ripetere all’infinito.
Perché ci aggrappiamo alle tradizioni?
Man mano che cresciamo, le tradizioni vanno a integrarsi nella nostra identità, contribuiscono a formare le abitudini che ci danno stabilità e ci fanno sentire al sicuro, ci aiutano a costruire la nostra zona di comfort. Poiché la maggior parte delle persone non hanno le risorse psicologiche per affrontare l’incertezza e spesso oppongono una forte resistenza al cambiamento, tendono ad aggrapparsi a ciò che conoscono, alle tradizioni.
È interessante notare che più la società e il mondo intorno a noi cambiano, più ci aggrappiamo alle tradizioni, e queste si trasformano in vere e proprie scialuppe di salvataggio su cui salire nel mare in tempesta offrendoci quella certezza di cui abbiamo bisogno. Anche quando percepiamo una minaccia esterna ricorriamo alle tradizioni, perché queste sono come il collante che da senso e unisce determinate comunità o gruppi sociali.
Le tradizioni, anche quando non sappiamo da dove sono originate è perché le seguiamo, danno immediatamente un ordine al nostro mondo e ci fanno sentire al sicuro. È per questo che si perpetuano.
Il fatto divertente è che possiamo definire “selvagge e barbare” le tradizioni di altri popoli, ma non siamo in grado di analizzare oggettivamente le nostre tradizioni. Dal momento che siamo nati con queste le accettiamo senza discutere.
Significa questo che dobbiamo liberarci delle tradizioni?
No.
Significa semplicemente che dobbiamo riflettere sulla rilevanza di “certe” tradizioni.
Significa che non dobbiamo nasconderci dietro la frase: “Se si è sempre fatto così ci sarà pure una ragione…“.
Significa che dobbiamo essere aperti ad altre opzioni e alla possibilità di cambiare per adattarci alle nuove circostanze.
L’allarme deve attivarsi quando, invece di offrire argomenti logici e coerenti, ci nascondiamo dietro alla nostra posizione e non vogliamo sentire ragioni, quando assumiamo certe abitudini senza porci delle domande e senza sapere da dove vengono.
Non dimenticate mai che smettere di pensare è molto pericoloso perché ci sono sempre in agguato coloro che sono disposti a pensare per noi.
Lascia un commento