Il pensiero è il proceso cognitivo incaricato di analizzare, processare e categorizzare l’informazione che la persona riceve costantemente. È esattamente il processo che facilita la comunicazione e che permette il ragionamento ed i giudizi logici. Tuttavia, alcune volte si manifestano disturbi che nel corso dell’elaborazione dei pensieri possono alterare le fasi di questo processo.
Tra le alterazioni dell’elaborazione del pensiero una delle più comuni è la fuga di idee, considerata dagli specialisti il grado maggiore di accelerazione del pensiero. Questo disturbo è caratterizzato dal fatto che le idee fluiscono ad una grande velocità in modo tale che, per quanto rapidamente possa parlare la persona, non potrà mai farlo alla velocità del pensiero, vedendosi obbligata a saltare alcune idee per mantenere il passo. In questo modo, per chi ascolta, le frasi risulteranno sconnesse e incomplete. Questo tipo di disturbo è comune nei quadri psicotici e nelle manie.
Tra questi disturbi si suole manifestare anche il rallentamento del pensiero, un disturbo nel quale le idee si sviluppano ad un ritmo molto lento, così che chi si trova a conversare con la persona può percepire come se l’interlocutore soffrisse durante l’elaborazione del pensiero. Generalmente si presenta nei quadri depressivi, nelle demenze, nel ritardo mentale ed in alcune reazioni psicotiche.
Un’altra problematica abbastanza comune è la perseveranza del pensiero. Questo disturbo si produce quasi sempre intorno ad un nucleo di idee centrale che impoverisce la comunicazione. In questo modo, la persona presenta difficoltà per cambiare il tema, tornando ripetutamente alla stessa idea. È tipico dei quadri epilettici, delle demenze e dell’astenia.
È possibile includere tra questi disturbi anche la divagazione e la disgregazione del pensiero.
Nella divagazione il messaggio che si desidera trasmettere non viene concluso mentre che nella disgregazione è impossibile per la persona mantenere un’idea guida durante la conversazione così che il tema varia in continuazione. Il grado massimo di disgregazione viene
denominato incoerenza nel pensiero.
Con una incidenza minore si può anche incontrare la prolissità e il blocco del pensiero. Quando
le persone sono colpite da prolissità non sono capaci di distinguere l’essenziale dall’irrilevante, così che la comunicazione si perde in percorsi molto ampi, mentre che nel caso del blocco mentale si produce una brusca interruzione nel corso del pensiero con una assenza totale di idee.
Fonti:
APA (1995) DSM IV: Manual diagnóstico y estadístico de los trastornos mentales. Barcelona: Masson.
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