La frustrazione è uno stato piuttosto spiacevole in cui sperimentiamo diverse emozioni, rabbia, ira, disperazione, delusione e la sensazione di perdita di controllo. A volte la frustrazione è rivolta verso l’esterno, altre volte verso noi stessi. E mentre è vero che non ci sono emozioni negative dato che tutte hanno un messaggio da trasmettere e sono importanti, è altrettanto vero che sentirsi frustrati non è un’esperienza piacevole.
Infatti, la frustrazione spesso nutre se stessa, alimentando ancora di più quella sensazione spiacevole. Possiamo iniziare la giornata sentendoci frustrati perché appena usciti di casa restiamo intrappolati in un ingorgo, ma se non gestiamo quella sensazione, questa finirà per diventare il modello di risposta standard a tutto ciò che ci accade, inclusi i piccoli dettagli che in un’altra situazione non considereremmo neppure.
Il problema principale della frustrazione incontrollata è che ci fa perdere la pazienza e l’autocontrollo, quindi tendiamo a reagire in modo eccessivo, e questo ci causerà dei problemi nelle relazioni interpersonali e, naturalmente, danneggerà il nostro umore.
1. Esternalizzare le emozioni non ti farà sentire meglio
Quando ci sentiamo arrabbiati o frustrati, la soluzione più ovvia sembra essere dare libero sfogo alle emozioni, tirare fuori tutti i sentimenti che abbiamo dentro sentendoci come una pentola a pressione sul punto di esplodere. In questi casi possiamo raccontare al nostro migliore amico tutte le disgrazie che ci sono accadute durante il giorno, o scaricare le nostre frustrazioni attraverso un videogioco violento.
Tuttavia, un esperimento sulla rabbia realizzato presso l’Università Statale dell’Iowa ci dice che forse non è una buona idea. Questi psicologi hanno chiesto ad alcune persone di colpire un sacco da boxe per scaricare la loro rabbia, mentre altre persone vennero distratte fornendo loro informazioni che non avevano niente a che fare con la causa della loro rabbia. Si è così visto che le persone che in teoria dovevano liberarsi della rabbia colpendo un sacco da boxe erano più arrabbiate rispetto a quelle che si erano distratte.
Questo non significa che a volte non ci sia bisogno di scaricare quella rabbia, forse anche fisicamente, ma nella maggior parte dei casi non è la strategia migliore, dato che ottiene solo di mantenerci concentrati sul problema, aggiungendo benzina al fuoco.
2. La distrazione è sempre una buona strategia
Il potere della distrazione è enorme. Uno studio condotto presso l’Università di Harvard sulla relazione tra umore e comportamento, ha scoperto che le persone erano più infelici quando non avevano niente su cui concentrarsi. Infatti, questi psicologi affermarono che la distrazione, intesa come l’inutile vagare della mente, è una delle cause dell’infelicità.
Senza dubbio, dopo aver attraversato un evento stressante che ha generato profonda frustrazione, se lasciamo che la nostra mente vaghi liberamente, le probabilità che si concentrerà su ciò che è appena accaduto sono molte, e questo fara aumentare la frustrazione.
Pertanto, una buona strategia è cercare qualcosa da fare, preferibilmente divertente, che possa migliorare il tuo stato d’animo. Se ti dedichi al tuo hobby preferito, ad esempio, il tuo cervello rilascerà endorfine che ti aiuteranno a contrastare la sensazione di frustrazione.
3. Ciò che ti è successo non è così inaspettato come pensi
In molti casi la frustrazione è il risultato della sorpresa al constatare che la realtà non corrisponde alle nostre aspettative. Ad esempio, ci aspettavamo di arrivare in tempo per l’intervista, ma siamo rimasti intrappolati in un ingorgo, o volevamo tornare a casa presto ma la coda alla cassa del supermercato era molto più lunga di quanto ci aspettassimo. Queste situazioni ci frustrano perché, in un certo senso, le consideriamo come una rottura dell’ordine naturale, una situazione negativa alla quale non eravamo preparati.
In questo senso, lo psicologo Albert Ellis credeva che la maggior parte della nostra infelicità proviene da aspettative confuse. Noi crediamo che alcune cose non dovrebbero accadere, ed è per questo che ci fanno impazzire quando accadono. Ma se guardiamo con attenzione al passato, probabilmente scopriremo che la situazione frustrante non poi così improbabile come pensavamo. Infatti, è anche probabile che abbiamo sperimentato situazioni simili in passato, il problema è che dal momento che non ci piacciono, preferiamo ignorarle e immaginare sempre il miglior scenario possibile.
L’idea non è soffrire in silenzio diventando vittime delle circostanze, ma capire che l’universo non ha nulla contro di noi e che a volte, gran parte della frustrazione non deriva dalla situazione, ma dalle nostre aspettative non soddisfatte.
4. Potresti essere frustrato per un altro motivo
Se spesso ti ritrovi a reagire con frustrazione ai piccoli incidenti, è probabile che la causa sia altrove. A volte proiettiamo le nostre emozioni negative su qualcos’altro che non ha alcuna relazione con ciò che ci rende infelici. Infatti, i meccanismi di difesa servono proprio per spostare alcuni sentimenti negativi verso altre cose o persone.
Pertanto, quando noti che stai reagendo esageratamente a determinati eventi, che perdi la calma o sei eccessivamente arrabbiato, potrebbe essere necessario risolvere un altro conflitto sottostante. Potresti sentirti profondamente deluso da qualcuno, ma non osi riconoscerlo e stai spostando quel problema.
Naturalmente, pensare a ciò che ti dà fastidio non garantisce che ti sentirai meglio, a volte puoi anche sentirti peggio quando scopri il vero problema. Ma l’unico modo per alleviare quei sentimenti negativi è affrontare ciò che ti disturba e ti preoccupa davvero.
5. Non essere così duro con te stesso
Spesso, quando siamo frustrati, c’è una reminiscenza di rabbia nascosta verso di noi. Se gli eventi ci fanno impazzire, è perché possono ricordarci qualcosa di noi stessi che consideriamo orribile e non lo vogliamo accettare. Ad esempio, se siamo in ritardo per un appuntamento a causa di un incidente stradale, possiamo inconsciamente pensare che in fondo è colpa nostra perché non siamo stati sufficientemente lungimiranti.
Se restiamo intrappolati in questi pensieri, ci immergeremo in un ciclo di auto-negatività, arrabbiandoci con noi stessi per essere frustrati per una situazione insignificante, o facendo in modo che viviamo ancora una volta lo stesso evento frustrante. Infatti, è proprio l’idea buddista dietro al saṃsāra, secondo la quale resteremo intrappolati in un ciclo negativo finché non impariamo la lezione.
Il problema è che incolparci è inutile, serve solo ad aumentare la frustrazione. Il miglior rimedio è avere compassione, perdonarci, riconoscere i nostri errori o difetti e cercare di migliorare un po’ di più ogni giorno. Anche l’accettazione è una strategia fondamentale, se desideri imparare a superare la frustrazione in modo assertivo. Dopo tutto, combattere contro noi stessi non ha molto senso.
Fonti:
Killingsworth, M.A. & Gilbert, D.T. (2010) A wandering mind is an unhappy mind. Science; 330(6006): 932.
Bushman, B. J. (2002) Does Venting Anger Feed or Extinguish the Flame? Catharsis, Rumination, Distraction, Anger, and Aggressive Responding. PSPB; 28(6) 724-731.
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