Chiunque abbia vissuto un episodio di depressione maggiore sa che è una condizione dolorosa. Non è semplice tristezza o apatia, ma un dolore più profondo che si riflette nelle espressioni facciali, nella voce e nel linguaggio corporale. Quel dolore, come il dolore fisico, diventa preoccupante, fastidioso e ci impedisce di concentrarci su qualsiasi altra cosa.
Infatti, uno studio condotto nel Dipartimento di Ricerca Clinica di Lilly ha rivelato che l’80% delle persone che soffrono di depressione presentano anche dolori fisici. In molti casi i sintomi dolorosi mascherano la depressione, perché la persona va dal medico per dolori e disturbi somatici che in realtà fanno parte del quadro depressivo e per i quali il consumo di analgesici è in genere inefficace.
I sintomi dolorosi, che fanno parte del quadro depressivo, limitano il recupero e incidono negativamente sulla qualità della vita. Il “dolore emotivo” non è una metafora. La depressione maggiore causa dolori fisici, letteralmente, fino al punto di diventare intollerabile e indurre queste persone a pensare al suicidio come modo per porre fine a tale sofferenza. Diversi studi mostrano perché la depressione causa questa sofferenza e gli aspetti in comune con il dolore fisico.
I 5 punti in comune tra il dolore fisico e quello psicologico
- Il dolore fisico e quello psicologico attivano aree del cervello simili
Il dolore psicologico e il dolore fisico attivano spesso le stesse regioni del cervello. Le aree che sono solitamente associate a entrambi i tipi di dolore sono: l’insula (che facilita la conoscenza dei nostri stati interiori), le regioni della corteccia frontale, compresa la corteccia cingolata anteriore, e il talamo, l’area in cui vengono filtrati tutti gli stimoli sensoriali per determinare quali sono significativi e quali irrilevanti.
La differenza più notevole a livello cerebrale tra il dolore fisico e quello psicologico è che il dolore fisico attiva le regioni somatosensoriali del cervello, quelle coinvolte nel senso del tatto. Al contrario, il cervello interpreta l’angoscia e la sofferenza psicologica in modo simile al dolore fisico, ma senza essere in grado di determinare un’area specifica del corpo da cui emana tale dolore.
- Neurotrasmettitori comuni
Oltre alle aree comuni del cervello, il dolore fisico e quello emotivo sono correlati alla presenza di neurotrasmettitori simili, come la serotonina, il GABA, il glutammato e la norepinefrina. Infatti, i farmaci per la depressione, come gli inibitori selettivi del la rcaptazione della serotonina (SSRI), vengono prescritti anche per alcuni tipi di dolore fisico, in particolare per il dolore neuropatico.
Esiste un neurotrasmettitore chiamato “Sostanza P” che è strettamente legato alla nostra capacità di percepire le minacce e provare dolore fisico, oltre ad essere coinvolto nella depressione. Si è visto che i livelli di “Sostanza P” nelle persone depresse sono correlati a determinate differenze strutturali nel cervello causate dalla depressione.
- Aumenta l’infiammazione
Le citochine sono proteine che regolano la risposta infiammatoria nel corpo. L’infiammazione è strettamente correlata al dolore fisico, il che spiega perché i farmaci anti-infiammatori come l’ibuprofene alleviano il dolore.
È interessante notare che le persone con depressione maggiore hanno anche livelli più alti di citochine pro-infiammatorie. È noto che lo stress cronico innesca il rilascio di citochine pro-infiammatorie, che a loro volta portano alla neuroinfiammazione (infiammazione nel cervello) e alla successiva comparsa di sintomi depressivi.
- Maggiore sensibilità al dolore
Quando siamo depressi, tendiamo a essere più sensibili al dolore; il termine clinico per questa condizione è iperalgesia. Il fattore comune nella depressione e la sensibilità al dolore può essere lo stress cronico. Lo stress acuto di solito causa una diminuzione della sensibilità al dolore, come quando vai troppo di fretta e non ti accorgi nemmeno di esserti tagliato.
Tuttavia, lo stress cronico mantenuto nel tempo ha un effetto inverso: aumenta la sensibilità al dolore. Questa iperalgesia è ciò che fa in modo che la depressione causi dolore fisico, così la persona nota anche un piccolo fastidio che altrimenti ignorerebbe. Alla base di questo meccanismo potrebbe anche esserci un funzionamento difettoso del talamo, una delle aree colpite nella depressione maggiore, che inizierebbe a classificare i piccoli fastidi come dolori.
- È più difficile concentrarsi e svolgere le attività quotidiane
Il dolore fisico è difficile da ignorare, perché ci avvisa che qualcosa non va e dobbiamo fare qualcosa al riguardo. Il dolore psicologico funziona in modo simile, ci dice che qualcosa non funziona come dovrebbe.
Ovviamente, quel dolore e il malessere ci impediscono di concentrarci e ostacolano le nostre attività quotidiane, facendo sì che alcune di esse si trasformino missioni titaniche dato che richiedono uno sforzo considerevole. Ma il dolore ha un suo lato positivo dal momento che è una risposta fisiologica che ci spinge all’azione, ci motiva a fare cambiamenti per uscire da quello stato. In effetti, molte delle persone che cercano aiuto per curare la depressione lo fanno perché vogliono alleviare la sofferenza.
Fonti:
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