L’ansia è sempre stata presente nel cinema, la si può trovare in alcuni emozionanti thriller di Hitchcock così come in molte commedie hollywoodiane. E non sorprende dal momento che il cinema si ispira alla realtà, la quale ci trasmette grandi quantità d’ansia ogni giorno.
Per fortuna, ci sono alcuni ottimi film sull’ansia che affrontano da vicino questo disturbo, quindi ci permettono di capire meglio come funziona la mente ansiosa, per metterci al posto delle persone che soffrono di ansia generalizzata, disturbo ossessivo compulsivo, fobia sociale o disturbo da stress post-traumatico.
Questi film psicologici possono anche servire come una sorta di antidoto: quando comprendiamo il meccanismo di questi disturbi, notiamo anche i primi sintomi dell’ansia e possiamo arrestarli prima che sia troppo tardi.
I film sull’ansia ideali per capire questo disturbo
-
Safe (1995)
Il dramma di Todd Haynes, che ha come protagonista Julianne Moore inizia con una vita idilliaca, quella di una casalinga che a quanto pare non ha molte preoccupazioni, ma all’improvviso la storia prende una piega inaspettata perché la protagonista si convince che è attaccata da sostanze inquinanti invisibili. Questo film sull’ansia generalizzata ci permette di capire come le persone con questo disturbo tendono ad applicare interpretazioni negative a fatti apparentemente inoffensivi, e questo aggrava la loro ansia. Infatti, è stato dimostrato che quando le persone che soffrono d’ansia imparano a sviluppare un’interpretazione più positiva delle situazioni, la tendenza a preoccuparsi diminuisce e l’ansia si riduce.
-
La donna senza testa – The headless woman (2008)
Questa coproduzione diretta da Lucrecia Martel potrebbe essere considerata un capolavoro tra tutti i film sull’ansia. La protagonista, Veronica, vive un punto di svolta nella sua vita che la trascina in un vortice di preoccupazioni. Tutto inizia, o meglio si scatena, quando con l’auto colpisce qualcosa in mezzo alla strada, ma non si ferma. Poco a poco si convince di aver ucciso un bambino; scivolando in uno stato di disintegrazione emotiva. Il film è una brillante esplorazione di come l’ansia può fare in modo che le persone inizino a vedere cose che non esistono. Il personaggio perde la testa. Non esiste una soluzione facile, ma vediamo che inizia a trovare una via d’uscita da questo problema, e questo ci ricorda che l’ansia non ha un finale predeterminato, ma noi dobbiamo imparare a gestirla giorno dopo giorno.
-
Amélie (2001)
La piccola Amélie Poulain ha sempre giocato da sola, addirittura disegnava dei volti sulle sue mani che gli servivano come “pupazzi” o strani esseri immaginari che sostituivano la mancanza di amici. Il personaggio, che dà il nome al tenero film francese Amélie, convive con la paura manifesta di costruire relazioni con gli altri, con cui si identificheranno le persone che soffrono d’ansia sociale. In questo film di Jean-Pierre Jeunet è descritta una giovane introversa e solitaria che diventa una osservatrice minuziosa della gente comune che vive intorno a lei e lavora segretamente per migliorare la loro vita.
-
La sera della prima – Opening night (1977)
Diretto da John Cassavetes e interpretato da Gena Rowlands, mostra l’ansia dentro e fuori dalla scena. Myrtle Gordon è un’attrice veterana di Broadway, la cui fiducia è minata dopo che una giovane ammiratrice muore in un incidente. In questo film si vedono due livelli d’ansia in azione: uno relativo alla performance, l’altro su come una donna affronta l’invecchiamento definito attraverso la sua immagine, un soggetto con il quale molti si identificheranno oggi. Nel film, la protagonista comincia a lasciarsi alle spalle la sceneggiatura mentre recita, qualcosa di simile a ciò che accade nella vita reale alle persone che hanno problemi d’ansia.
-
Solaris (1972)
Nel film di Andrej Tarkovskij, un adattamento cinematografico di un romanzo di fantascienza di Stanislaw Lem, uno psicologo, Kris Kelvin, viene inviato ad aiutare tre astronauti che a quanto pare stanno impazzendo in una stazione spaziale lontana. Inizialmente, è probabile che gli spettatori non si identifichino molto con la trama, ma poco a poco si vede come l’ansia va emergendo ei protagonisti cercano di evitare l’esposizione alle situazioni che l’hanno originata, una strategia tipica delle persone ansiose. Questo film svela la tendenza all’evitamento, che genera ancor più ansia. Affronta anche il problema dell’ansia generata dalla lontananza da casa, in un ambiente al quale non siamo abituati e senza legami che ci salvino da questa nostalgia.
-
Qualcosa è cambiato – As good as it gets (1997)
Questa commedia romantica diretta da James L. Brooks vede protagonisti il grande Jack Nicholson e Helen Hunt. Nicholson interpreta Melvin Udall, un famoso scrittore di romanzi rosa che vive a New York e soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, il che lo rende una persona irascibile per il resto della società, anche se lui ne è orgoglioso. Per tutto il film vediamo una costante: la mancanza di affetto. Una vasta gamma di comportamenti ripetitivi, impulsivi e incontrollabili che possono sembrare simpatici ma interferiscono seriamente con la sua vita normale, dal lavarsi le mani con acqua bollente fino a indossare guanti perché gli altri non lo tocchino, tenere tutto perfettamente ordinato, girare la chiave cinque volte o accendere e spegnere le luci più volte. Il messaggio finale è molto interessante, perché l’accettazione incondizionata è ciò che sembra “curare” Jack.
-
Senza paura – Fearless (1993)
Questo film drammatico diretto da Peter Weir è perfetto per capire come le persone possono reagire emotivamente in modo diverso alla stessa situazione. Jeff Bridges interpreta magistralmente Max Klein, un sopravvissuto a un incidente aereo in cui muore il suo amico. Il trauma psicologico trasforma la sua personalità e Max entra in uno stato alterato di coscienza e comincia a credere che Dio non riuscirà a ucciderlo nonostante lo desideri, quindi sfida la morte.
-
Jacknife (1989)
Probabilmente uno dei più toccanti film sull’ansia, tratta esattamente del disturbo da stress post-traumatico. E il suo valore psicologico aumenta con la recitazione di Robert De Niro, che interpreta un veterano dal carattere imprevedibile, Joseph ‘Jacknife’ Megessey, il quale cerca di dimenticare le terribili esperienze vissute durante la guerra del Vietnam, ma tutto riprende vita quando incontra un amico di guerra che vive lo stesso trauma e ognuno incolpa l’altro per la morte di un terzo compagno. Diretto da David Hugh Jones, questo film mostra i sensi di colpa, la necessità di andare avanti ma, allo stesso tempo, la sensazione di restare legati al passato.
-
La scelta di Sophie – Sophie’s choice (1983)
Diretto da Alan J. Pakula, questo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo è uno dei film sull’ansia da vedere assolutamente. Il personaggio principale, Sofia, interpretato da Meryl Streep, è una sopravvissuta polacca dei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale. La protagonista non riesce a liberarsi delle esperienze traumatiche, comprese le decisioni che dovette prendere, che l’hanno portata a mantenere un rapporto di amore/odio con un “biologo” altrettanto instabile, che lei considera il suo “salvatore”. Sebbene in una certa misura sia consapevole dei suoi problemi, il sintomo più importante è l’evitamento: reprime tutti i suoi dolorosi ricordi nel passato per cercare di liberarsi dalla colpa. Quindi, cerca di anestetizzarsi emotivamente con una relazione fisicamente dipendente e masochista con il partner.
-
Tutte le manie di Bob – What about Bob? (1991)
Catalogato come uno dei film più divertenti di tutti i tempi, questa produzione diretta da Frank Oz ci mostra anche il disturbo ossessivo-compulsivo. Bill Murray interpreta una persona mentalmente disturbata di nome Bob Wiley, il cui problema più grande è che odia toccare qualsiasi superficie pubblica, ‘perché solo Dio sa quanto possa essere sporca’. Alla fine, Bob prende la decisione di cercare aiuto professionale e si rivolge allo psicologo Leo Marvin. Durante il tempo che segue, si osserva come le fobie e le manie del protagonista si scontrano con la professionalità e la freddezza del medico. Il film raggiunge l’apice quando il dottore decide di prendersi una pausa da Murray e va in vacanza. Ma da buon ossessivo-compulsivo, il paziente segue Leo ed entrambi vivranno un’avventura esilarante ed emozionante.
-
Il discorso del re – King’s speech (2010)
Diretto da Tom Hooper e con l’interpretazione magistrale di Colin Firth, nei panni di Giorgio VI e Geoffrey Rush in quelli dello psicologo, è un vero e proprio ritratto della paura di parlare in pubblico. Il fatto che sia basato sulla realtà lo rende ancor più emotivo. Espone gli aspetti più intimi di Giorgio VI d’Inghilterra, una persona che diffida di se stessa, si sente bloccata e crede che non sarà in grado di affrontare le esigenze che richiede la sua posizione. Tutto ciò è aggravato dalla sua balbuzie o disfemia, che alimenta la paura di parlare in pubblico. Poi entra in scena un logopedista di nome Lionel Logue, il quale sviluppa una relazione speciale con il re mettendo in pratica tecniche non ortodosse. È un viaggio di due persone verso la frustrazione per sconfiggere i pensieri che li fanno sentire inadeguati.
-
Zelig (1983)
Questo film sull’ansia riguarda specificamente la fobia sociale. Zelig è un uomo che conduce un’esistenza… inesistente. Mancando di personalità e con le sue qualità umane perse nel vortice della vita, si sente solo, crede di essere una nullità, che a nessuno importi di lui. Con questo film, Woody Allen, che è il regista e il protagonista, ci presenta un personaggio che, privo di affetto, finisce per reinventarsi. Ha una capacità speciale di adattarsi all’ambiente in cui si muove, è un vero camaleonte sociale che vuole essere accettato. Tuttavia, il Dr. Fletcher scopre che Zelig è un caso estremo di insicurezza.
-
Fuga per la libertà -The aviator (2004)
Leonardo DiCaprio interpreta Howard Hughes, produttore cinematografico di Hollywood e pioniere dell’aviazione. Diretto da Martin Scorsese, molto presto si cominciano a vedere i primi segni del disturbo ossessivo-compulsivo che gradualmente vanno aggiungendo nuovi sintomi al punto che il personaggio cade nell’isolamento totale. Il disordine ossessivo-compulsivo di Hughes peggiora, ripete continuamente le stesse frasi, specialmente quando è nervoso, e sviluppa una enorme fobia verso germi e polvere. Allo stesso tempo sviluppa tratti paranoidi, e un incidente con l’FBI lo porta a sviluppare un trauma psicologico che lo fa cadere nella depressione, a causa del quale si rinchiude e non vuole vedere nessuno per quasi tre mesi.
-
A fantastic fear of everything (2012)
Questo film sull’ansia e le paure è perfetto per entrare nell’umorismo inglese. Diretto da Chris Hopewell e Crispian Mills, racconta la storia di uno scrittore di racconti per bambini che è ossessionato con il suo primo libro inedito, motivo di rottura del suo matrimonio. In seguito si ossessiona con un’altro libro che sta scrivendo sui serial killer dell’era vittoriana. Rapidamente quell’ossessione lascia il posto alla paranoia e finisce per non uscire più di casa, per paura di ciò che gli può fare il mondo ostile la fuori. Le rencensioni cinematografiche non sono state buone, però è un film sulla ansia che fa ridere, e chi si concentra si renderà conto di come si sviluppa il meccanismo dell’ansia che termina soggiogando le persone, come il personaggio principale, Simon Pegg.
-
Frank (2014)
Il punto saliente di questo film è: l’enorme maschera di cartapesta che indossa sempre il personaggio principale. Possiamo comprendere quell’oggetto come le maschere sociali che usiamo ogni giorno, spesso per nascondere emozioni e sentimenti con cui non ci sentiamo a nostro agio. Il personaggio principale fa parte di una band chiamata “The Soronprfbs”, ed è uno strano esempio di perfezionismo ed eccentricità che mette continuamente alla prova gli altri. Questo film, del regista Lenny Abrahamson, è piuttosto strano, ma vale la pena vederlo. Gli spunti psicologici durante tutto il film sono molti e piuttosto ricchi, includendo la reazione delle persone quando indossiamo una maschera, che può essere reale come quella che indossa il protagonista, o più elaborata, ma che stabilisce comunque una distanza psicologica.
-
Il ladro di orchidee ( Adaptation-2002)
Con Spike Jonze come regista e Charlie Kaufman come sceneggiatore, il risultato è un film originale costruito tra diversi piani immaginari. Nicolas Cage interpreta uno sceneggiatore pieno di insicurezze e complessi che soffre di un immenso blocco creativo. Basato sulle esperienze proprie di Kaufman, questo film sull’ansia ci mostra fino a che punto coesistono qualità contraddittorie nelle nostre menti. Il suo protagonista soffre di ansia sociale, che è evidente nel tono di voce basso, la balbuzie e l’evitamento del contatto visivo con le altre persone. Ha anche una bassa autostima e odia se stesso, ad ogni modo il film ci parla della necessità di adattarsi alle circostanze e di trarne vantaggio nel miglior modo possibile.
-
Birdman o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza (2014)
Un film originale diretto da Alejandro G. Iñárritu che racconta la vita di un attore decadente di Hollywood con un eccellente Michael Keaton. L’attore, famoso per il suo ruolo di supereroe Birdman, è ossessionato dalla voce del personaggio, che lo critica. Girato quasi interamente in una sequenza singola, trasmette l’angoscia, la paura del fallimento e lo sforzo di recuperare i vecchi tempi della gloria, il desiderio di trovare qualcosa per cui combattere. A poco a poco, l’attore ci attira nella sua realtà con alcuni spunti psicotici, una realtà che a volte è surreale e che, tuttavia, trova un’eco in noi. Non è un caso che il film abbia vinto 3 Oscar, tra cui quello per il miglior film.
-
Room (2015)
Questa coproduzione britannica, americana, canadese e irlandese è diretta da Lenny Abrahamson e interpretata da Brie Larson. Sebbene non abbia avuto una grande risonanza, è un’opera magistrale, in gran parte dovuto agli attori, che sanno come trasmettere tutte le emozioni che vivono mentre sono intrappolati in un ripostiglio. Larson protegge suo figlio Jack dal suo rapitore, ma un giorno riescono a fuggire e ricominciano la loro vita. In quel momento, per Larson inizia una nuova lotta mentre deve adattarsi a una società che è cambiata e inizia a soffrire di disturbi post-traumatici da stress e commette addirittura un tentativo di suicidio. Jacob Tremblay, il giovane attore che interpreta Jack, la rende inoltre una storia straziante e difficile da dimenticare.
-
Elling (2001)
Questo film norvegese del regista Petter Naess parla dell’integrazione in una comunità di persone con disturbi mentali. Attraverso i due protagonisti possiamo intravedere le difficoltà legate alla vita lontano dall’istituzione in cui erano confinati. Elling, interpretato da Christian Ellefsen, ci fornisce le chiavi per comprenderne il comportamento disadattato e genera una enorme tenerezza mentre ci consente di comprendere le paure e le difficoltà che ha nella sua vita quotidiana. Deve sconfiggere i due nemici che lo seguono ovunque: vertigini e ansia.
-
Lars e una ragazza tutta sua (Lars and the Real Girl-2007)
Questo film intimo statunitense diretto da Craig Gillespie ha avuto un’ottima accoglienza. Ryan Gosling, il protagonista, è un giovane dolce e peculiare, ma con problemi a relazionarsi. Bloccato dalle sue emozioni, evita di parlare e che gli parlino, toccare e che lo tocchino … Così, un bel giorno sviluppa una relazione romantica con una bambola sessuale, chiamata Bianca. Quello che inizialmente sembra un atto delirante finisce per generare situazioni esilaranti e piene di dialoghi eccezionali. La bambola va diventando un modo di contatto, riconoscimento, integrazione ed espressione delle proprie preoccupazioni ed emozioni. Questo film sull’ansia sociale va oltre perché ci insegna che le etichette non ci definiscono.
Se vuoi contnuare a vedere dei film a sfondo psicologico:
Lucia Giammattei dice
E’ un piacere leggere le recensioni, offrite un servizio interessante e ben curato!
Jennifer Delgado dice
Grazie Lucia…